lunedì 11 gennaio 2010

E quando si parla d'amore chi meglio di lui?...Totò vasa vasa story


Fece il giro dei maggiori quotidiani del mondo la foto di Totò Cuffaro che dopo una condanna a cinque anni di reclusione festeggia felice al Palazzo D’Orleans offrendo cannoli agli amici.La cialda l'avevano farcita di ricotta all'alba, nel laboratorio di pasticceria del Motel San Pietro a Castronovo di Sicilia, sulla statale 189 che da Agrigento porta a Palermo. Un'ora dopo alcuni vecchi amici di Totò erano partiti da Raffadali, il paese del governatore, per andare a salutare il loro presidente a Palazzo d'Orleans......

 Salvatore Cuffaro, detto Totò  viene politicamente svezzato dal potente leader della D.C. siciliana Calogero Mannino da Sciacca l'uomo politico che per più di un quindicennio era stato considerato il padrone politico della Sicilia.
Nel 91,all'età di 33 anni,grazie alle sue amicizie e conoscenze,Cuffaro approda all' assemblea regionale siciliana.
L'ascesa politica di Cuffaro è continua : nel 1996  risulterà il più votato a Palermo.
Riferendosi alla campagna elettorale del 1996 ,il pentito Nino Giuffrè,dichiarava : «In quella occasione dovevo intervenire su Cuffaro, che allora era assessore all'agricoltura, per sollecitare il pagamento di contributi a miei amici imprenditori agricoli. Cuffaro era candidato alle elezioni regionali e Provenzano mi bloccò dicendomi di non fare alcuna pressione, perché dovevamo curare, indirettamente, i rapporti con Cuffaro, senza disturbarlo, lasciandolo a suo agio ».
Il medico-pentito Francesco Campanella ,ex presidente del Consiglio comunale di Villabate poi sciolto per infiltrazioni mafiose, ospitato a lungo nella casa romana di Cuffaro ed arrestato per aver fornito i documenti falsi con cui Bernardo Provenzano ha potuto recarsi in Francia per curarsi ,che dopo le sue nozze, a cui avevano partecipato come testimoni Cuffaro e Clemente Mastella,Saverio Romano, nel 2000 organizzò un incontro a Roma: «Portai Cuffaro da Mastella, che lo ricevette sulle scale, non lo fece neanche entrare a casa. Gli disse: "Cosa vuoi?" e Cuffaro disse: "Sono stato dal Cavaliere, questo ci prende  tutti, vieni con me perché io faccio il presidente della Regione e tu fai il presidente della Camera ». Mastella sgranò gli occhi, mi guardò e mi disse: "Glielo dici tu che è cretino o glielo dico io?" ».
Nel 2001,"il cretino", Cuffaro diventa presidente della regione con 1.578.178 preferenze.
Sempre il pentito Nino Giuffrè ,riferendosi a quella campagna elettorale dirà che Bernardo Provenzano, " ha fatto appoggiare Salvatore Cuffaro" , "Sapevamo che il candidato Leoluca Orlando non ce l'avrebbe fatta ad essere eletto e per questo motivo, d'accordo con Provenzano , si è deciso di appoggiare Cuffaro. Parlando durante la campagna elettorale del 2001 con Bernardo Provenzano mi disse che dove si poteva, si doveva intervenire per far arrivare voti a Cuffaro".
 Nel 2003  Cuffaro riceve  il primo avviso di garanzia per concorso esterno in associazione mafiosa.
L'indagine parte nel 2001,e coinvolge l'assessore alla Salute del Comune di Palermo Mimmo Miceli uomo di Cuffaro, il latitante Francesco Di Fresco , Giovanni Di Lisciando ed altre persone vicine al padrino di Brancaccio Giuseppe Guttadauro, ex primario dell'ospedale civico di Palermo e capomandamento di Brancaccio considerato vicino a Bernardo Provenzano
 Miceli diventerà per Guttadauro l'anello di connessione con gli ambienti politici. Tra gli indagati c'è anche l'amico medico mafioso di Guttadauro, Salvatore Aragona già condannato a nove anni per il favoreggiamento di Giovanni Brusca, il mafioso che azionò il telecomando nell'attentato al giudice Falcone . In riferimento alle intercettazioni ambientali effettuate nella casa di Guttadauro i magistrati scrivono: " Il Miceli assecondando specifiche richieste di Guttadauro Giuseppe e Aragona Salvatore si proponeva come intermediario tra il Guttadauro e  Cuffaro al fine del soddisfacimento di interessi e richieste, comprese quelle volte ad influenzare concorsi pubblici per assegnazione di incarichi nella sanità" - oltre che - "per inserire nelle liste elettorali alcuni candidati decisi dalla mafia".
La casa di Miceli, come già quella di Guttadauro viene messa sotto controllo dai carabinieri del R.O.S . Guttadauro appoggerà  Miceli alle elezioni regionali del 2001; pur non venendo eletto all' Ars per pochi voti

Mentre i ROS ascoltano i compromettenti dialoghi del boss e di Miceli, improvvisamente, il 15 giugno del 2001, Guttadauro "scopre" le microspie collocate   presso la sua abitazione  e le stacca. Secondo una relazione della procura di Palermo, nei giorni in cui Guttadauro stacca le microspie, il maresciallo del R.O.S. che le ha piazzate, Giorgio Riolo, il deputato regionale Cdu ed ex maresciallo dell' arma Antonio Borzacchelli e Cuffaro hanno avuto tra loro una serie di telefonate che, incrociate con i tabulati telefonici di Miceli, insospettiscono la procura. Se poi si considera che Borzacchelli e Cuffaro si conoscono dai tempi della prima legislatura D.C. di Cuffaro che anzi è stato quest'ultimo a prodigarsi per inserire Borzacchelli nelle liste dell'U.D.C. alle elezioni regionali del 2001,  Francesco Campanella dirà che, Cuffaro, alla vigilia delle elezioni del 2001, gli aveva detto " che era sua intenzione fare eleggere Borzacchelli, un carabiniere che riteneva utile per proteggersi da eventuali attività giudiziarie " e che anche Cuffaro e Riolo si conoscono, Borzacchelli gli ha fatto conoscere Riolo,lo rivela   Cuffaro in un interrogatorio, facile comprendere  su come Guttadauro possa aver saputo delle microspie.

Vediamo cosa dice Aragona : " (...) il Miceli mi disse che già aveva avvisato il dottore Guttadauro che c'era un'attività di indagine nei suoi confronti, da parte dei R.O.S . dei Carabinieri per due motivi: prima di tutto perché i R.O.S. ritenevano che lui stava, cito le testuali parole scalando rapidamente la scala di comando di Brancaccio; secondo argomento, Matteo Messina Denaro , a cui i R.O.S. potevano arrivare grazie alle parentele del fratello, con lui " - e ancora - " Mi fece capire, adesso non ricordo se me lo riferì direttamente, che comunque la fonte erano
 le stesse persone di prima, cioè l'Onorevole Borzacchelli e l'Onorevole Cuffaro » - e aggiunge - "Ribadisco che allorquando, nel periodo pasquale del 2001, ebbi modo di sostenere con il Cuffaro l'opportunità della candidatura di Miceli , eravamo entrambi a conoscenza delle indagini del R.O.S. sul Guttadauro".
Quindi,secondo quanto dichiara ,il pentito Aragona,Cuffaro candida consapevolmente "un presunto mafioso".
Guttadauro, Aragona e Miceli vengono arrestati il 26 giugno 2003.
Nel Febbraio 2004 totò ,vasa vasa, cuffaro colleziona il suo secondo avviso di garanzia,relativo ad una operazione denominata "Talpe in Procura", che il 5 novembre del 2003 ha portato all'arresto di Michele Aiello , il "Re delle cliniche siciliane" del maresciallo della DIA Giuseppe Ciuro  del maresciallo del ROS Giorgio Riolo e di Borzachelli,sempre per una questione di violazione di segreti d'ufficio a favore dell'Aiello.
L'ingegnere Aiello, ha iniziato negli anni ottanta costruendo strade interpoderali con la sua Straedil s.r.l. ed espandendosi poi nei campi del materiali per ufficio, servizi, edilizia ecc. Su un " pizzino " di Provenzano trovato dagli inquirenti nel 1994, c'era scritto: « Ditta Aiello : deve fare lavoro strada interpoderale a Bubudello. Lago di Pergusa Enna. Ditta Aiello deve fare lavoro strada interpoderale al Bivio Catena Piazza Armerina ». In una lettera di Provenzano rinvenuta nel 2002 e indirizzata all'ex capomandamento di Caccamo, Nino Giuffrè , c'è scritto: "Senti assieme, al tuo presente, ti mando 21ml saldo per strade Aiello tuo paese. Dammi conferma che le ricevi". Dirà Giuffrè agli inquirenti: "Aiello non direi che è una vittima, perché diciamo che tutto questo fa parte del gioco imprenditoriale, appositamente, che quando si aggiudicano un lavoro e prima di andare a mettere mani in un determinato posto, ci si deve mettere in contatto con Cosa Nostra". Dal 1996 Aiello entra nel campo della sanità: in quell'anno rileva la Diagnostica per Immagini s.r.l. e la trasforma in una struttura sanitaria all'avanguardia, l'attuale Villa S. Teresa di Bagheria, dotata di un moderno reparto di medicina nucleare. Inizialmente le cose vanno male, come dirà lo stesso Aiello: " Prima del 1999, fino dal 1996, i bilanci della Diagnostica non erano, praticamente, tali da potere andare a compensare quello che erano gli investimenti in termini di attrezzature. Difatti s'era creata per la società una situazione debitoria in banca [.] . I costi di gestione erano superiori quasi a quelli che erano i ricavi che si avevano " , ma poi la situazione cambia .
Migliora sicuramente e non di poco, tanto che Aiello diventa il maggior contribuente siciliano dichiarando utili netti per 2.899.446 euro. Secondo gli inquirenti, in assenza di un tariffario regionale, le tariffe per le prestazioni specialistiche effettuate nelle strutture di Aiello e rimborsate poi dalla A.S.L. 6 di Palermo, erano gonfiate anche del 70%.
Aiello ha il sostegno di Cuffaro. Scrivono gli inquirenti: «E' accertato che l'on. Cuffaro conosceva l'Aiello da molti anni e che tra loro intercorrevano rapporti sia personali sia politici in relazione all'attività imprenditoriale dell'Aiello, di indubbio rilievo nella realtà siciliana; l' Aiello a sua volta sosteneva il movimento politico di cui l'on. Cuffaro è in Sicilia il leader: l'U.D.C. di Casini.
il 20 ottobre 2003, Cuffaro tramite Roberto Rotondo, collaboratore di fiducia di Aiello e allora consigliere comunale dell' UDC a Bagheria, avvisa Aiello delle indagini su Riolo e Ciuro.

Il 31 ottobre 2003, cinque giorni prima dell'arresto di Aiello, Cuffaro gli fornisce nuove informazioni sulle indagini in corso a suo carico: i due si incontrano furtivamente , Cuffaro semina con un pretesto anche la scorta, a Bagheria, nel negozio di abbigliamento Bertini Uomo .
«Quel giorno parlammo del tariffario regionale della sanità che a me interessava per i rimborsi delle prestazioni delle mie strutture, ma discutemmo anche delle indagini in corso» - e che Cuffaro gli ha detto che, nel corso delle indagini a suo carico - «erano state messe in evidenza le telefonate tra me, Ciuro e Riolo» - e ancora che Cuffaro «praticamente aveva detto che c'erano delle indagini in corso nei confronti del Riolo e del Ciuro, notizie che aveva ricevuto da Roma, però non mi ha precisato da dove». Aiello ritratterà parzialmente queste dichiarazioni nel febbraio del 2006:"Con il presidente non ho mai parlato di intercettazioni, né di persone indagate. Con lui mi sono limitato a discutere del problema del tariffario che veniva esaminato dall'assessorato regionale alla Sanità e solo alla fine mi ha detto di stare attento a parlare al telefono con Riolo". 
In casa di Aiello fu sequestrata una bozza del tariffario regionale, allora segreto. Secondo le intercettazioni della Procura di Palermo, lo stesso Cuffaro, attraverso un collaboratore di fiducia, invitava Aiello a segnare con un evidenziatore blu le variazioni di prezzo da fare nel suo interesse.
Il 10 gennaio 2004, il mese precedente al secondo avviso di garanzia a Cuffaro, gli inquirenti intercettano una telefonata tra l'allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e Cuffaro; ecco la trascrizione :

Berlusconi: "Ho saputo qui. la ragione perché ti telefono. il ministro dell'Interno..... (Pisanu).

Cuffaro : "Sì!!".

Berlusconi: "...Mi ha parlato e mi ha detto che tutta la ... è sotto controllo ... sotto controllo".

Cuffaro: "Va bene. Ma io sono tranquillo, avendo la coscenza a posto. È solo..... bisogna solo aspettare".

Berlusconi: "...Lo so, ma non basta, non basta".

Cuffaro: "Ci sono i giornali che fanno un poco schifo e qualche magistrato che fa un poco di bizze".

L'allora capo della procura Pietro Grasso ed altri quattro magistrati della D.D.a palermitana ( Prestipino , Pignatone , De Lucia e Di Matteo ) non avevano ritenuto rilevanti questa ed altre intercettazioni di Cuffaro con Berlusconi ed altri parlamentari,ne chiedono al gip l'immediata distruzione  volendo contestare a Cuffaro solo i reati minori di favoreggiamento e rivelazione di segreti e archiviando l'accusa di concorso esterno.

I titolari dell'inchiesta su Cuffaro , Domenico Gozzo e Antonio Ingroia ed il pm Gaetano Paci che ha dato il via all'inchiesta, invece chiedono e ottengono la trasmissione della telefonata e l'ascolto di tutte le intercettazioni comprese quelle non trascritte e propendono per contestare a Cuffaro il concorso esterno in associazione mafiosa: ascoltano, tra quelle non trascritte, una telefonata risalente a metà novembre del 2003 nei giorni successivi all'arresto di Aiello e delle "talpe" Ciuro e Riolo in cui Berlusconi rassicura Cuffaro di aver saputo che c'è un orientamento a lui favorevole "nell'ufficio che sta procedendo".
Gozzo e Ingroia scrivono ai colleghi della Procura di non ritenere irrilevanti le intercettazioni, ma senza successo,non vengono ascoltati, tanto che il G.I.P. ne ordina la distruzione.
Cuffaro riceve un avviso "solo" per favoreggiamento aggravato e rivelazione di segreto d'ufficio:Tanto da fargli dire: "... la mia fiducia nella magistratura e nella Madonna mi permettono di andare avanti".
Campanella ,racconta che, nell'aprile del 2005: "Cuffaro dice al mio avvocato che io ero impazzito,(avrebbe chiesto una tangente di cinque miliardi lire per fare realizzare un centro commerciale a Villabate) che volevo fare da solo una cosa di questo genere. "Se non mi danno almeno cinque miliardi, io questa cosa non la farò mai passare ne' ora ne' mai", disse al mio avvocato".
Nell'aprile del 2006 il capolista dell'UDC Cuffaro viene eletto, con 243.441 voti, Senatore della XV Legislatura nella circoscrizione Sicilia.
Alle elezioni regionali del maggio 2006 Cuffaro viene rieletto presidente della regione con 1.374.626 voti di preferenza:"A tutti i Siciliani, grazie
Desidero ringraziare di cuore tutti coloro che hanno scelto di votarmi da ogni angolo di questa nostra amata terra di Sicilia.
La scelta elettorale, compiuta nelle regole della libertà e della democrazia, esprime senza equivoci l'approvazione di un'esperienza politica di governo durata cinque anni e la volontà di proseguire nell'opera di innovazione e sviluppo intrapresa. Questo risultato rappresenta per me la forza e l'incoraggiamento più grande, per tenere saldo il timone alla guida del governo, così come una nave che fa vela verso il suo orizzonte[...].

Insieme, sbarriamo il passo a tutte le mafie: da quelle che colpiscono la società siciliana attraverso la criminalità d'ogni tipo, a quelle che usano l'intelletto delle persone per generare la cultura del sospetto e delle congiure[...]".

Pier Ferdinando Casini,il 7 febbraio 2006 dichiara: "Posso sbagliare ma nella mia responsabilità politica ritengo che Cuffaro sia una persona perbene".

 E il 6 aprile 2006: "Difendendo te, noi e io abbiamo difeso la cultura della legalità contro la cultura del sospetto".

Lorenzo Cesa, 29 novembre 2005: "Caro Totò, sei grande e ti vogliamo bene. Sei una persona perbene che ha detto parole chiare contro la mafia".

Francesco D'Onofrio: "Desidero confermare ancora una volta all'amico presidente Totò la convinzione mia e di tutti i senatori dell'Udc che più si procede nell'accertamento della verità e più si risalta la sua complessiva innocenza".

Marco Follini, dicembre 2005: "Cuffaro è persona perbene".
Ecco cosa dichiarano poi gli amici del Cuffaro dopo la condanna a 5 anni dello stesso nel gennaio 2008(quella condanna che diede luogo alla festa dei cannoli ):
L'Udc Lorenzo Cesa: "Siamo compiaciuti che già dalla sentenza di primo grado sia stata esclusa ogni forma di collusione del Presidente Cuffaro con la mafia - scrive Cesa in una nota - Nell'esprimere piena solidarietà all'amico Toto sono certo che egli saprà ulteriormente dimostrare nei prossimi gradi di giudizio la sua estraneità ai fatti contestatigli". Analogo,fu,  il commento del leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini: "Da sempre sappiamo che Cuffaro non è colluso con la mafia. Da oggi lo ha certificato anche un tribunale della Repubblica. Sono certo che in appello cadranno anche le altre imputazioni".

"Ieri Mastella, oggi Cuffaro", commentò Silvio Berlusconi, ribadendo che serve "un risanamento di tutto l'ambito giudiziario". "Credo che gli italiani esprimano già con i numeri dei sondaggi -  aggiunse - che siamo nella piena patologia e che c'è da fare un risanamento di tutto l'ambito giudiziario molto in profondità".
Per amore di cronaca bisogna precisare che la vicenda dei cannoli lo costrinse alle dimissioni da governatore della sicilia,ma dopo essere stato sospeso da Prodi.

Il Procuratore Grasso, ha la ventura di dichiarare il 29 gennaio 2006:

"Candidare indagati può significare lanciare un segnale gradito alla mafia o un messaggio di impunità, di una sfida alla giustizia... alle prossime elezioni non candidate indagati"

Lorenzo Cesa, segretario nazionale U.D.C. si sente colpito sul vivo e il 29 gennaio 2006 risponde a Grasso:

"L'esortazione di Grasso ci pare fuori luogo"
A dimostrazione del fatto che Grasso ha detto qualcosa di "assolutamente fuori luogo"ecco un elenco parziale degli esponenti siciliani dell'U.D.C. indagati o condannati dal 2001 ad oggi:

Borzacchelli Antonio: deputato regionale, arrestato nel febbraio 2004 per concussione e associazione mafiosa.

Cintola Salvatore: assessore regionale al bilancio, indagato per concorso in associazione mafiosa.

Costa Davide: deputato regionale e assessore alla presidenza nella giunta Cuffaro, arrestato nel novembre 2005 per concorso esterno in associazione mafiosa.

Dina Nino: presidente dei parlamentari Udc all'Ars, è indagato per mafia.

D'Amico Nino: consigliere alla provincia di Palermo, è sotto processo per turbativa d'asta.

D'Arrigo Leonardo: consigliere comunale a Palermo, è indagato per rivelazione di segreto d'ufficio e abuso d'ufficio aggravato dal favoreggiamento alla mafia.

Fratello Onofrio: deputato regionale UDC accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.

Gambino Salvatore: sindaco di Roccamena e secondo gli inquirenti "esponente dell'Udc", arrestato per associazione mafiosa.

Giannone Vincenzo: Presidente del consiglio comunale di Riesi (Cl), arrestato nel novembre 2005 per mafia.

Iacono Sergio: consigliere provinciale di Agrigento. E'stato arrestato in un'inchiesta sulla mafia e gli appalti.

Incadorna Rosario: consigliere comunale a Palma di Montichiaro, è stato arrestato nell'aprile 2005 per associazione a delinquere finalizzata all'estorsione.

Lo Giudice Vincenzo: ex assessore regionale, presidente della commissione Sanità, arrestato per associazione mafiosa.

Miceli Domenico: ex assessore alla sanità al comune di Palermo, arrestato nel 2003 per associazione mafiosa.

Mannino Calogero: leader della DC siciliana e esponente di punta dell'U.D.C.. Deputato dal '76 al '92, più volte ministro. Al termine delle elezioni politiche del 2006, viene eletto senatore tra le liste dell'UDC.

Romano Saverio: componente della direzione nazionale dell'U.D.C ., indagato per concorso in associazione mafiosa.

Tomasino Gigi: ex capogruppo UDC alla Provincia di Palermo, condannato nel febbraio 2006 a due anni e 6 mesi di reclusione per turbativa d'asta e falso, con l'aggravante di aver avvantaggiato Cosa Nostra.



E scusate se è poco........aloi calabrese


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