sabato 19 dicembre 2009

Dio ci salvi dall' "Amore"di berlusconi.......

12/18/2009
Chissà perchè l'amore di berlusconi mi ricorda l'abbraccio della "vergine di norimberga"...

"Mi rimarranno due cose come ricordo di questi giorni: l`odio di pochi e l`amore di tanti, tantissimi, italiani. Agli uni e agli altri faccio la stessa promessa: andremo avanti con più forza e più determinazione di prima sulla strada della libertà. Lo dobbiamo al nostro popolo, lo dobbiamo alla nostra democrazia, nella quale non prevarranno né la violenza delle pietre, né quella peggiore delle parole. In questi giorni ho sentito vicini anche alcuni leader politici dell`opposizione".

Serviva.....



12/15/2009
Qualche Menestrello, ora, canterà del "nano ferito", il fazzoletto col quale si è asciugato il volto diverrà una "Sacra Sindone" e i frammenti dei denti fratturati verranno posti in un urna per farne una reliquia del "santo", l'esposizione avverrà nei luoghi canonici, ha iniziato il buon Bruno con la Celebrazione di una "messa straordinaria" Ier Sera, con la sua lunga lingua, il buon Vespa, ha cercato di lenire le ferite del "Santo dell'Aquila" si, il Santo, colui Che fece il miracolo delle "casette", gente ricordate, fece entrare 30,000 persone in Appena 400 cassette, se non sono miracoli questi. ..

Dicevamo il "santo", ora sicuramente ci frantumeranno i coglioni con le odierne messe, per chissà quanto tempo.

Che tempismo Però .. Sembra quasi che se la sia chiamata, per qualche tempo, così, non sentiremo parlare di Spatuzza, dei Graviano di Dell'Utri, di stragi di mafia di corruzione............. Il Buon Tartaglia, poverino lui, pare abbia fatto un piacere

al nano, che, se l'è cercata: dopo avere provocato con le sue invettive il mondo intero, cioè chi non la pensa come lui, fomentato l'odio, offesa l'intelligenza altrui con attegiamenti ed azioni che meriterebbero ben altre reazioni, con questo volersi porre al di sopra di tutto e di tutti, tacciando come "Mascalzoni" chi ha il coraggio di contestare il suo, sicuramente poco corretto, comportamento. Chiamare "Coglioni" coloro che hanno osato non votarlo. In ogni caso comunque: "meglio un giorno da coglione,che cento da berluscone .. s ".

Tra qualche settimana vedremo Sulle Bancarelle dei "Vo'cuprà" delle piccole Tecle con dentro dei frammenti di denti

Vi verrà detto,che sono i denti del "santo" ... non comprateli, diffidate, sono delle volgari imitazioni ... del resto, anche se è un "caimano", il nano, quanto cazzo di denti ha?. Invece L'ultimo CD di Apicella: "La ballata del nano ferito" La Potete tranquillamente comprare, ... funziona.

Per concludere devo dire Che da parte mia nessuna solidarietà ne come uomo ne come politico, se il politico non mi piace per niente, l'uomo mi piace ancora meno.

Solidarietà incondizionata Invece a quei sei bambini somali morti per essersi imbattuti in una mina antiuomo, probabilmente prodotta dall'industria italiana, e venduta per arricchire il caimano di turno. ......aloi calabrese

Lettera aperta al capo del governo che "più di ogni altro ha fatto nella lotta alla mafia"

12/07/2009


Egregio sig. capo del governo che più ha fatto nella lotta alla mafia,le vorrei chiedere perchè ,ella unitamente ai suoi ministri millanta risultati,nella lotta alla criminalità organizzata,che non le competono.

Non le competono perchè ella ,insieme ai suoi ministri,ha operato ed opera con «Molta propaganda, molti spot e pochissima concretezza»

Vediamo perchè,cominciamo con le Procure.

Alcune Procure sono prive sia del capo sia dei sostituti; altre hanno scoperture di organico anche del 60 per cento.

Alla Procura di Palermo,ad esempio, mancano ben 16 pubblici ministeri.

Se ella e il suo Governo, che più ha fatto nella lotta alla mafia, volesse garantire la sicurezza dei cittadini metterebbe Procure e Questure in condizioni di operare in modo dignitoso

Se ella e il suo Governo, che più ha fatto nella lotta alla mafia,volesse prendersi dei meriti non saremmo al paradosso ,ad esempio,di auto della polizia guaste e ferme in garage. Le riparazioni non si possono fare, mancano i fondi,non saremmo al paradosso di mancanza di carburante per i veicoli,di mancanza di toner per le fotocopiatrici, di mancanza della carta per redigere verbali,tanto che oggi stava per essere riciclato un documento storico,per quello che può importarle,l'ordine di servizio del 23 maggio 92 si proprio quello del giorno della strage di Capaci dove persero la vita un magistrato,a cui non fu dato il tempo di diventare una toga "rossa"la di lui moglie,anch'essa magistrato e i ragazzi della scorta:le ricordo quei nomi:Giovanni Falcone,Francesca Morvillo,Vito Schifani,Rocco Dicillo,Antonio Montinaro.

Scusi la divagazione sig. capo del governo che più ha fatto nella lotta alla mafia,torniamo al nostro discorso . I commissariati sono al collasso, con una sola volante a disposizione.

A rischio è la sicurezza dei cittadini. Alcuni poliziotti anticipano di tasca propria i soldi per piccole riparazioni alle vetture, pur di evitare di doverle lasciare in officina,

sarò più preciso, sig. capo del governo che più ha fatto nella lotta alla mafia,Roma e Napoli (500 auto ferme in garage), a Palermo il dato è allarmante: su 530 tra autovetture e moto assegnate alla questura, 140 sono ferme alla caserma Lungaro, nella sezione Motorizzazione. Dal guasto di pochi euro per una frizione fuori uso si passa anche a spese da mille euro per motori sui quali gravano migliaia di chilometri.

Le maggiori ripercussioni hanno investito i commissariati, che in media dovrebbero disporre di sette-dieci auto, a seconda dell´importanza dell´ufficio. Invece il 60 per cento delle macchine sono ferme.

A ogni turno dai commissariati esce sempre la stessa auto, con il risultato che i mezzi fuori uso alla Lungaro sono destinati ad aumentare.questa è la situazione di Palermo,per esempio,quella Palermo dove ci sono stati gli arresti più clamorosi,di cui lei reclama il merito, effettuati dagli agenti che non solo operano in queste condizioni,che definire disagiate è poco,ma che lei neanche paga regolarmente,questi agenti hanno effettuato gli arresti perchè coordinati da quelle "toghe"che lei definisce rosse ma che sono insieme agli agenti i soli ad essere legittimati ad attribuirsene i meriti,non lei e neanche quei buffoni dei suoi galoppini.

Come risponde ,sig. capo del governo che più ha fatto nella lotta alla mafia?

tanto le dovevo...un cittadino che non si sente rappresentato

da lei ne dal suo governo aloi calabrese

Silvio...e il peccato originale


12/06/2009


Maggio 92, a pochi giorni dalla strage di Capaci un uomo faceva il suo ingresso in un palazzo di un quartiere,elegante: "Milano2".

Quel palazzo era la sede di Pubblitalia,l'uomo sale sino all'ottavo piano dove gli avevano assegnato un ufficio,per svolgere,apparentemente,la mansione di procacciatore di contratti pubblicitari.

Ma chi era quell'uomo? E cosa avrebbe fatto in realtà?

L'uomo si chiama Ezio Cartotto e ha una storia interessante, quasi tutta nella sinistra democristiana Milanese, Cartotto era il ghost writer di Giovanni Marcora e Piero Bassetti, ma era anche molto vicino alla Fininvest. Conosce Berlusconi dal 1971 e a metà degli anni '80 tiene lezioni di "formazione" ai manager di Publitalia. Dal '92 al '94 partecipa, insieme a Berlusconi, Dell'Utri, Letta, Confalonieri, Previti, Dotti e pochissimi altri top manager del Biscione (con l'aggiunta, ogni tanto, di Bettino Craxi), alla creazione di Forza Italia. Ed è l'unico che racconterà quelle riunioni senza reticenze, ai magistrati di varie Procure della Repubblica che lo interrogheranno. La sua testimonianza, unica, è ritenuta importantissima dai magistrati che indagano sui mandanti occulti delle stragi del '92 e del '93. Le coincidenze di dati e circostanze sul fronte "milanese" con quanto raccontano i collaboratori di giustizia sul "fronte palermitano" è impressionante. Ecco dunque il testo integrale delle due deposizioni di Cartotto dinanzi ai pm di Palermo Domenico Gozzo e di Caltanissetta Anna Palma e Luca Tescaroli. Ogni commento è superfluo. Il verbale si apre così:



"Il giorno 20 giugno 1997, alle ore 10,15, negli Uffici della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo innanzi al Sostituto Procuratore della Repubblica Dott. Domenico Gozzo ... è comparso: Cartotto Ezio Carlo, nato a Milano il 05/07/1943, residente in Cesano Maderno ... Avvertito dell'obbligo di riferire ciò che sa intorno ai fatti sui quali viene sentito dichiara...".



: "Nel maggio-giugno 1992 sono stato contattato da Marcello Dell'Utri perché lo stesso voleva coinvolgermi in un progetto da lui caldeggiato. In particolare Dell'Utri sosteneva la necessità che, di fronte al crollo degli ordinari referenti politici del gruppo Fininvest, il gruppo stesso "entrasse in politica" per evitare che una affermazione delle sinistre potesse portare prima ad un ostracismo e poi a gravi difficoltà per il gruppo Berlusconi. "Immediatamente Dell'Utri mi fece presente che questo suo progetto incontrava molte difficoltà nello stesso gruppo Berlusconi e, utilizzando una metafora, mi disse che dovevamo operare come sotto il servizio militare e cioè preparare i piani, chiuderli in un cassetto e tirarli fuori in caso di necessità, eseguendo in tale ultimo caso ciascuno la propria parte. Il Dell'Utri mi invitò anche a sostenere questa sua tesi presso il Berlusconi, con il quale sapeva che io coltivavo da tempo un rapporto di amicizia. "Successivamente a questo discorso cominciai a lavorare presso gli uffici della Publitalia, all'ottavo piano in un ufficio nei pressi di quello di Dell'Utri. Insieme a me lavoravano: la segretaria messami a disposizione da Dell'Utri, signora Piera Milanesi; una serie di collaboratori che avevo portato io stesso: Giuseppe Resinelli, ex sindaco di Lecco; il defunto Vladimiro Pizzetti, dirigente della Coldiretti; Roberto Ruppen, giornalista; Giovanni Mucci, giornalista; il dott. Rodolfo Garofalo, di Brescia, di area socialista. Inoltre Dell'Utri mi mise a disposizione per qualsiasi necessità il dott. Giorgio Preda, che si occupava dei master, e il dott. Nicolò Querci, che era allora il suo segretario. "Non so indicare con certezza il momento in cui Berlusconi è stato informato della mia presenza alla Fininvest, o, per meglio dire, della ragione per cui ero in Fininvest. Sono certo comunque che nel settembre '92 lo stesso fosse informato pienamente. Ciò dico in quanto ad una convention di quadri della Fininvest, tenuta a Montecarlo, Berlusconi tenne un discorso che posso definire "d'attacco" dicendo specificamente: "I nostri amici che ci aiutavano, contano sempre di meno; i nostri nemici contano sempre di più; dobbiamo prepararci a qualsiasi evenienza per combatterli". "Successivamente partecipai a un incontro tra Berlusconi e Dell'Utri, nel corso del quale Berlusconi disse espressamente a Dell'Utri e a me di non mettere a conoscenza di questo progetto né Fedele Confalonieri, né Gianni Letta, che probabilmente stavano sondando diverse possibilità. Da questo e da altri successivi discorsi capii che il gruppo Berlusconi era profondamente diviso, tra quelli che io chiamo "falchi", certamente comprendenti il Dell'Utri, e le "colombe", comprendenti Confalonieri e Letta. "Questi ultimi sostenevano che un impegno diretto del gruppo in politica avrebbe potuto avere ritorni disastrosi. Successivamente aderirono alle posizioni del Dell'Utri e Previti ,quando ne venne messo a conoscenza e cioè quando io so nel maggio 1993, ed Ennio Doris, presidente di Programma Italia, quando anche lui lo venne a sapere ,luglio 1993. "La posizione di Confalonieri, e quindi l'ostilità verso questo progetto del Dell'Utri, era invece di molti degli opinionisti del gruppo e in particolare in Montanelli, Federico Orlando, Maurizio Costanzo che proprio in quel periodo, il 14 maggio '93, si salverà per miracolo da un terrificante attentato mafioso in via Fauro nel cuore dei Parioli a Roma e Gori di Canale 5. Alcuni, invece, mantenevano una posizione defilata, come Galliani e Bernasconi. "Dall'ottobre 1992 in poi, mi occupai quindi insieme ai miei collaboratori, di contattare associazioni di categoria ed esponenti del mondo politico dell'area di centro ,tra questi ricordo: la Confartigianato, la Coldiretti, una parte della Cisl ed i sindacati autonomi, e il risultato del sondaggio fu che tutte queste forze sentivano fortemente la mancanza di un referente politico nell'area appunto del centro. "Si arrivò quindi all'aprile del 1993, quando Berlusconi mi convocò e mi disse che aveva la necessità di prendere una decisione definitiva su ciò che si doveva fare perché le posizioni di Dell'Utri e Confalonieri gli sembravano entrambe logiche e giuste, e lui non era mai stato così a lungo in una situazione di incertezza. "Mi disse quindi che per prendere una decisione aveva chiamato un suo amico, che lui stimava molto dal punto di vista politico, e cioè Bettino Craxi. Alla riunione partecipammo io, Craxi e Berlusconi. Non è un caso che mancasse il Dell'Utri, perché Berlusconi voleva decidere se aderire o meno alla sua impostazione."

"Craxi in quell'occasione diede il suo via libera a Berlusconi, anche se devo precisare che in quel frangente il progetto riguardava esclusivamente la possibilità che Berlusconi e il suo gruppo appoggiassero direttamente alcune forze politiche. Ricordo che una ragione di contrasto tra Berlusconi e Craxi fu la possibile alleanza con l'allora Msi. Craxi era convinto che un'alleanza con i missini avrebbe fatto perdere voti di centro a quel nuovo contenitore politico che andava profilandosi. Inoltre riteneva che si dovesse cercare di scardinare la Lega Nord e che, se si fosse arrivati a una alleanza con l'Msi, questo l'avrebbe ricompattata. A fronte di questa posizione il Berlusconi sosteneva che bisognava chiamare a raccolta tutte le forze non comuniste. "Alla fine della riunione Berlusconi mi disse: "La decisione è presa" con ciò facendomi capire che aveva prevalso la linea Dell'Utri. "Successivamente, come ho già detto, la decisione venne comunicata a Previti in mia presenza e in presenza anche di Dell'Utri e Berlusconi. Si decise in quell'occasione di fare ,come venne detto, un "Giro d'Italia" di tutte le aziende clienti del gruppo, per sensibilizzarle sulle iniziative politiche da assumere. Previti diede il pieno appoggio all'iniziativa manifestando però dei dubbi su eventuali ipotesi di leader di questo nuovo movimento. Sin da allora del resto Berlusconi aveva evitato accuratamente di fare il proprio nome come leader di questa nuova forza politica. Si pensava infatti ad alcuni ex Dc come Martinazzoli e Segni o ad un ex Psi come Amato. "I rapporti tra il gruppo Berlusconi e la Lega Nord erano sicuramente presenti. Berlusconi ha infatti cercato più volte di instaurare una alleanza su questo progetto con la Lega Nord, tanto che mi risulta personalmente abbia portato un aiuto determinante nell'elezione di Formentini a Sindaco di Milano. Ciò mi risulta anche perché, dopo l'elezione di Formentini, Berlusconi cercò di farsi ricevere e la segretaria del Sindaco rinviò l'incontro a qualche mese dopo. Berlusconi si adirò molto di questo comportamento e disse davanti a me testualmente che non se l'aspettava, visto l'aiuto dato per l'elezione di Formentini. "Anche Dell'Utri intratteneva rapporti con uomini della Lega Nord, e in particolare ricordo di avere notato dei rapporti con Maroni e con Patelli, forse il più vicino a Dell'Utri. Dell'Utri aveva rapporti anche con Miglio, così come Berlusconi, anche se entrambi sembravano non considerarlo granché. Il progetto di Dell'Utri era alla lunga quello di Craxi e cioè quello di portare dalla propria parte un settore della Lega Nord e quindi arrivare ad esautorare Bossi. La preoccupazione di una possibile vittoria delle sinistre era assolutamente prevalente sulla preoccupazione derivante dalla natura della Lega Nord. In quest'ottica, anche i pericoli per lo Stato unitario che derivavano dalla posizione della Lega venivano vissuti sia da Dell'Utri che da Berlusconi come un problema successivo ed eventuale, da affrontare quando fosse stato scongiurato il pericolo della vittoria delle sinistre. "Dopo questi incontri di cui ho parlato, io continuai a svolgere il lavoro che ho già detto, e nel periodo tra il luglio e l'agosto 1993, posso dire vi fu il "salto definitivo", tanto che si lavorò a pieno ritmo e lo stesso Berlusconi prese pochissime vacanze. Nel luglio '93, presso lo studio del notaio Roveda di Milano, venne costituita l'associazione "Forza Italia! Associazione per il buon governo". In questo periodo vennero abbozzati i progetti Politici della nuova forza e vennero coinvolte persone esterne al gruppo come Urbani, Ciaurro e Calligaris.



"Nell'agosto del 1993 quindi si arrivò a una riunione dei principali dirigenti Fininvest e degli altri esterni aderenti al progetto, nel corso del quale la decisione venne comunicata a Confalonieri e a Letta. In quell'occasione erano presenti: Giuliano Urbani, Gianni Pilo, Dell'Utri, l'avv. Travaglia, Angelo Codignoni, Doris e Baldini. Nell'ambito di questo incontro, avvenne un forte scontro tra Confalonieri e Berlusconi. In particolare Confalonieri sostenne che era negativo sia per il gruppo sia per il paese che intervenisse direttamente in politica un gruppo che aveva una così forte presenza e influenza sui mezzi di comunicazione, dato che questo avrebbe potuto influire pesantemente sulla libera scelta dei cittadini. Questo, anche in caso di vittoria, dei politici "amici" li avrebbe messi comunque in una posizione assai scomoda e nell'impossibilità di favorire in alcun modo il gruppo Berlusconi. "Sull'accelerazione nella attuazione del progetto ebbero influenza sia il rapido deteriorarsi della politica della cosiddetta Prima Repubblica, sia il deteriorarsi anche dell'ordine pubblico, manifestatosi nella lunga serie di stragi avvenute nel 1992 e 1993. Il pericolo paventato era che questa situazione di confusione potesse portare al potere forze non democratiche ,come era accaduto a Weimar, e, in particolare, che preponderante divenisse il ruolo di Rifondazione comunista. "In questo periodo, proprio a seguito di un sondaggio effettuato da Pilo, poco prima delle elezioni comunali della fine del 1993, si evidenziava come, in ogni caso, un movimento politico che avesse raccolto i voti degli ex democristiani e socialisti, non avrebbe potuto vincere se non alleandosi con la Lega al Nord Italia e con il Movimento sociale nel Sud. "Data proprio a questo periodo una ulteriore accelerazione e la scelta di eseguire il "Progetto Botticelli", di cui io venni prima tenuto all'oscuro e a seguito del quale venni poi estromesso. Il Progetto Botticelli prevedeva di trasformare alcuni dirigenti d'azienda in dirigenti del nascente partito politico. Dietro a questo progetto c'era sempre il Dell'Utri, come può anche evincersi dal fatto che tutti i dirigenti del nuovo movimento sono stati arruolati dalle strutture di Publitalia. "Questo progetto chiaramente confliggeva con quello originale che, come ho detto, prevedeva il coinvolgimento di forze sociali esterne alla Fininvest, la creazione di un nuovo soggetto politico con il semplice sostegno aperto da parte della Fininvest. Questo progetto implicava chiaramente la costituzione di un soggetto politico certamente di centro, e prevedeva anche il tentativo di coinvolgere una parte della sinistra moderata ,come per esempio Amato. "Il Progetto Botticelli, invece, era decisamente sbilanciato a destra, e prevedeva il coinvolgimento sia della Lega che dei missini. "In quest'ambito temporale si colloca anche quella che io posso definire una vera e propria "bomba" politica, e cioè l'appoggio che venne dato pubblicamente da Berlusconi a Fini per l'elezione del sindaco di Roma. Questo appoggio mi sembrò tanto più incomprensibile poiché il Berlusconi mi aveva espresso qualche mese prima il suo apprezzamento per Rutelli, che riteneva la persona giusta come sindaco di Roma. "Io andai a parlare al Berlusconi dell'estromissione subita; il Berlusconi in quell'occasione disse di essere stato messo davanti al fatto compiuto dal Dell'Utri. Si trattava chiaramente di una finzione in quanto, per quanto la mia conoscenza relativamente alle dinamiche interne al gruppo Berlusconi, Dell'Utri non fece mai nulla di importante senza il preventivo assenso di Silvio Berlusconi. A fronte della mia protesta Berlusconi mi chiese dunque di tornare a occuparmi del progetto, come suo consigliere personale, trovando però che al mio posto era stato collocato Domenico Mennitti, già appartenente al Movimento sociale. Credo che Mennitti fosse stato, portato dall'on. Servello, da sempre sponsor a destra della Fininvest. "Tale fatto mi fece ancor più convincere che il progetto aveva preso una chiara connotazione di centrodestra. A questo punto mi allontanai dal progetto, pur rimanendo sempre vicino a Silvio Berlusconi, con il quale continuo a sentirmi. "Al Progetto Botticelli diedero il proprio contributo, oltre che il Dell'Utri e il Mennitti, anche Lo Iucco, che poi divenne il primo segretario amministrativo di Forza Italia, e molte persone che poi divennero dirigenti regionali del Movimento. Un'altra persona che venne coinvolta fu Angelo Codignoni, che venne richiamato dalla Francia, in cui si era occupato de "La Cinq" e che mi risulta fosse in stretti rapporti con alcuni banchieri arabi ,della Arab Bank. Il Codignoni portò in Italia anche alcuni consulenti del movimento neogollista, che si occuparono di istruire il Pilo nel settore dei sondaggi politici. "Subito dopo il Natale del 1993 si tenne dunque una grande riunione ad Arcore, nell'ambito della quale venne formalizzata la decisione di Berlusconi di divenire egli stesso il leader del nascente movimento. Alla riunione di Arcore erano presenti, oltre a me, Letta, Mennitti, D'Onofrio che venne ad assicurare l'appoggio di una parte del Ppi, Urbani, Doris, Dotti, Previti, Dell'Utri e Spingardi. La riunione durò tutto il giorno, e nel corso della stessa Berlusconi disse che la decisione da lui presa avrebbe comportato le sue dimissioni da qualsiasi carica Fininvest".

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"Come ho già detto in altri interrogatori, ebbi modo di conoscere Dell'Utri già negli anni '70. Anche allora il Dell'Utri era uomo di Berlusconi, ma in una posizione sottordinata e di minore responsabilità. In occasione di qualche congresso democristiano, ebbi modo di incontrare il Dell'Utri che cercava di coinvolgermi in qualche modo, pur se ci trovavamo su Posizioni Politiche diverse. In particolare, mentre io facevo parte della cosiddetta "Base" e mi collocavo quindi nella sinistra democristiana, il Dell'Utri, per come mi disse lui stesso, vicino al gruppo Ciancimino in Sicilia, persona di cui a quell'epoca mi parlò bene. "Alla fine degli anni '70, ricordo che Berlusconi parlandomi mi disse che era dispiaciuto del fatto che Dell'Utri fosse andato a lavorare con il Rapisarda. Il Berlusconi affrontò con me questo discorso anche perché mi propose di prendere il posto di Dell'Utri; posto che rifiutai e che poi venne preso da Fedele Confalonieri. "Nonostante questo rammarico so dal Dell'Utri che egli continuò sempre a vedersi con il Berlusconi ,anche mentre lavorava per il suo principale concorrente: Rapisarda, appunto. Nel periodo in questione Berlusconi attraversava un momento difficile dal punto di vista finanziario, occasionato dal blocco di alcune iniziative edilizie e da alcune difficoltà con i mutui bancari. Il Dell'Utri, invece, in quel periodo sembrava "andare a gonfie vele" e nei discorsi che mi fece colsi la volontà di diventare egli stesso imprenditore e, se così posso dire, "di diventare lui stesso un Berlusconi". "La situazione poi ebbe una diversa evoluzione, dato che Berlusconi recuperò liquidità, soprattutto passando da iniziative nel settore dell'edilizia a iniziative nel settore televisivo. Ciò avvenne all'incirca nel 1978-79. "Ed è proprio al 1978 che posso fare risalire i primi contatti del Dell'Utri per cercare di rientrare nel gruppo Berlusconi. Ricordo anche che successivamente trovai Dell'Utri nuovamente alle dipendenze del Berlusconi, ma in una funzione decisamente più alta, dato che era stato nominato a capo della raccolta pubblicitaria del gruppo televisivo del Berlusconi ,Publitalia 80. "Di questo ritorno Berlusconi mi parlò quasi con fastidio, dicendomi che adesso aspettava di vedere che cosa sarebbe riuscito a fare il Dell'Utri. "Nel periodo in cui Dell'Utri si allontanò dal Berlusconi, questi cominciò a parlarmi di pericoli di rapimenti per i suoi familiari. Ricordo che lo misi in contatto con il Dott. Allegra, allora capo dell'Ufficio Politico della Questura di Milano, che gli suggerì di incaricare della sua protezione un certo Quartarone, che ancora oggi lavora per il Berlusconi. Fu proprio il Quartarone che organizzò una squadra di protezione che prima non era presente. Preciso che io conosco il Berlusconi dal 1971 e che prima del periodo in questione non mi aveva mai espresso tale genere di preoccupazioni .... "Ricordo che un giorno, in cui insieme al mio collaboratore Giovanni Mucci ci trovavamo con Marcello Dell'Utri in Publitalia, venne data la notizia alla televisione del suicidio del magistrato dott. Signorino . La reazione del Dell'Utri fu inaspettata, dato il suo carattere sempre freddo e distaccato: senza dire nulla, scagliò immediatamente e con forza il telecomando contro il muro, spaccandolo. Ricordo che il rumore attirò l'attenzione della segretaria Ines Lattuada, che entrò chiedendo cosa fosse successo. Successivamente e in maniera sbrigativa Dell'Utri ci spiegò che lui conosceva Signorino e che aveva con lui un vecchio rapporto".

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"Berlusconi temeva che entrando in politica potessero essergli rivolte accuse di contiguità con l'associazione mafiosa. "Ricordo che lo stesso Dell'Utri aveva avvisato i suoi familiari che qualora dovessero venire fuori notizie sui suoi rapporti con associati mafiosi, non vi dovevano in alcun modo credere. "Del problema in questione si riparlò nel marzo 1994, successivamente all'attacco giornalistico al Dell'Utri. Ricordo che il Berlusconi mise sotto accusa Dell'Utri, specificando che nei sondaggi Forza Italia stava scendendo proprio per questo problema dei suoi rapporti con la mafia. Ricordo che la reazione di Dell'Utri mi sorprese alquanto in quanto mi disse testualmente: "Silvio non capisce che deve ringraziarmi, perché se dovessi aprire bocca io... ". "Ricordo, ancora, che nell'estate 1995 Berlusconi mi disse che lui non conosceva assolutamente alcune circostanze che aveva appreso sui giornali sulla storia personale di Dell'Utri e in particolare certe sue conoscenze palermitane e i suoi rapporti con il Rapisarda negli anni '70. Ricordo che Berlusconi mi disse testualmente: "Io, Ezio, non ne sapevo niente". "In relazione agli interessi edili in Sardegna del Gruppo Berlusconi, ricordo che alla metà degli anni '80 Paolo Berlusconi si lamentò con me di avere un milione di mq di terreno su cui non aveva avuto la possibilità di costruire. Ciò mi disse facendomi anche capire che era chi aveva venduto queste aree che impediva che le stesse divenissero edificabili. Io, del resto, avendo frequentato a lungo Silvio Berlusconi, ero a conoscenza dei suoi rapporti con Flavio Carboni, e da tutto quanto mi è stato detto sono arrivato alla conclusione che in qualche modo il Carboni si sia interessato (anche presso i suoi amici) per dare una mano al Berlusconi".

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Ecco l'ultimo verbale di Cartotto: "il giorno 16 luglio 1999, alle ore 16.15, presso gli Uffici della Dia, siti in Roma, innanzi al Pubblico Ministero, in persona della dott.ssa Annamaria Palma e del dott. Luca Guido Tescaroli, Sostituti Procuratore presso il Tribunale di Caltanissetta". E' chiamato a testimoniare "con riferimento a dichiarazioni in precedenza già rese, e in particolare nel verbale del 20 giugno 1997 all'A.G. di Palermo". Qui il verbale procede a domanda (D.) e risposta (R.).



D. Vuole riferire le circostanze di tempo e di luogo nelle quali vi sarebbe stato il contatto con l'on. Marcello Dell'Utri, nel corso dei mesi di maggio-giugno 1992, durante il quale quest'ultimo aveva manifestato il proponimento di coinvolgerla in un progetto politico diretto a sostituire i referenti politici del gruppo Fininvest, che avevano dimostrato di non essere più funzionali, con altri più idonei a soddisfare le aspettative? Cerchi di meglio puntualizzare l'epoca dell'incontro."



R. Premetto che gli incontri sono nati da una antica conoscenza che rimonta a molti anni addietro, intorno a metà degli anni '70. Il dott. Dell'Utri aveva stima di me come persona esperta di faccende politiche. Questa stima derivava dalla mia pregressa esperienza quale esponente della Dc nell'area milanese. Dell'Utri, dopo che divenne responsabile di Publitalia, tra la fine degli anni '70 e gli inizi degli anni '80, mi invitava a tenere conferenze ai dirigenti dell'impresa anzidetta, onde consentire loro di venire a conoscenza dell'evoluzione politico-sociale del paese. Effettuavo quasi ogni anno delle conferenze, a far data dal 1981 fino al 1992. A partire da questo momento, dette conferenze sono aumentate a dismisura, intensificandosi in particolar modo dal settembre 1992 .... Preciso che le mie fonti reddituali provenivano prevalentemente dall'attività di giornalista pubblicista ,ho scritto per diversi giornali L'Italia di Milano, Politica di Firenze, Il Popolo Lombardo, che ho diretto per 7 anni, l'Ascoltone, che ho diretto per 3 anni, Arte Bianca, la rivista dei panificatori, e altri ancora, e dall'attività di marketing. Aggiungo di essere stato dipendente Eni per 7 anni, a partire dal 1971 al 1978. Anche nell'Eni mi occupavo di attività pubblicistica. "Sottolineo che il provento dell'attività di conferenza svolta per conto di Publitalia rappresentava solo una parte dei redditi di cui potevo disporre. Il 5 aprile 1992, si erano svolte le elezioni politiche che avevano segnato un forte indebolimento della maggioranza parlamentare che si riconosceva nel "pentapartito". Si era poi arrivati all'elezione del nuovo capo dello Stato, dopo una travagliata guerra intestina dei partiti della maggioranza, risolta solo dal trauma conseguito all'attentato che portò alla morte del giudice Falcone. Il nuovo presidente della Repubblica on. Scalfaro, a seguito delle inchieste in corso a Milano tra gli altri su Bettino Craxi, non aveva dato a quest'ultimo l'incarico di fare il governo, contrariamente a quello che tutti si aspettavano. E la presidenza del Consiglio dell'on. Amato si dimostrava debole per tre motivi: le inchieste giudiziarie che colpivano ora questo ora quello degli esponenti dei partiti della maggioranza; la crisi economica che culminerà qualche mese dopo nella clamorosa svalutazione della lira; la fine ingloriosa del famoso decreto Amato con il quale il governo, smentito dal presidente della Repubblica che non voleva firmare, tentava di fermare in qualche modo le indagini su "Tangentopoli". Per queste ragioni il dott. Dell'Utri mi chiese con preoccupazione di aiutarlo a capire sulla base della mia esperienza i possibili scenari politici in movimento. Il dott. Dell'Utri aveva vissuto in modo molto sofferto tutte le vicende che avevano riguardato la regolamentazione della materia radiotelevisiva in Italia, in quanto la Publitalia con il suo grande fatturato viveva come fornitrice di servizi per le televisioni commerciali del gruppo Fininvest. Solo qualche anno prima cinque ministri della sinistra della DC (tra cui l'on. Martinazzoli) si erano dimessi per protesta contro la regolamentazione radiotelevisiva decisa in sostanza dal cosiddetto Caf (Craxi-Andreotti-Forlani). In questa mutata situazione politica Dell'Utri vedeva gravi rischi di una modifica in negativo per il gruppo Fininvest e della Publitalia di questa regolamentazione. Inoltre, Dell'Utri vedeva profilarsi in questo vuoto di potere sia il rischio di elezioni anticipate che spostassero ancora più a sinistra il governo del paese, sia il rischio di un referendum sulla normativa radiotelevisiva. "Dell'Utri voleva perciò una analisi fatta da me per parare con delle iniziative i pericoli di questa situazione. Poiché mi viene richiesto, preciso che la Fininvest manteneva un rapporto privilegiato con l'on. Craxi, pur avendo cura di mantenere buoni legami anche con l'on. Forlani, segretario della Dc, e con il senatore Andreotti, che rappresentava il principale sostegno per Forlani. Com'è noto, con l'on. Craxi sussisteva un rapporto personale di amicizia molto stretto con il presidente Silvio Berlusconi, che risaliva agli anni 1973-74-75. In particolare, ricordo che fu Silvano Larini a presentare Berlusconi all'on. Craxi. Da allora i rapporti si sono intensificati, tanto che l'on. Craxi è stato testimone delle seconde nozze dell'on. Berlusconi."



D. Vuole riferire in cosa sia consistita l'attività di appoggio del Caf, ed in particolare dell'on. Craxi, in favore del presidente Berlusconi e del suo gruppo? "



R. Al riguardo, mi risulta che l'appoggio si sia concretizzato con specifico riferimento all'attività legislativa nel campo delle telecomunicazioni. Mi spiego meglio. In un primo momento, vi fu un'attività tesa a neutralizzare le iniziative legislative dirette a fornire una regolamentazione del settore e ciò dal 1978-1979, epoca in cui il presidente Berlusconi iniziò a espandersi su questo fronte della televisione commerciale, e sino agli anni 1982-1983".



D. Vuole spiegare come è venuto a conoscenza di questa attività svolta principalmente dall'on. Craxi in favore del presidente Berlusconi e del suo gruppo? "



R. Per poter rispondere debbo richiamare l'iniziativa che detto imprenditore aveva assunto a partire dal '78- 79 di effettuare una interconnessione dei vari programmi che gli aveva consentito, sul crinale della legalità, di poter disporre di televisioni private a diffusione nazionale. Intervenne l'opera di alcuni pretori che avevano considerato questa attività illegale. Fu allora che l'on. Craxi, Presidente del Consiglio pro-tempore, aveva emanato un decreto legge con la quale veniva legalizzata l'attività di interconnessione dei programmi, in attesa dell'intervento di una normativa legislativa specifica. Seguì una crisi nel gruppo Fininvest proprio a causa dei provvedimenti dei pretori, di talché decisero di cacciare il dott. Vittorio Moccagatta, in quanto, sebbene fosse il responsabile delle relazioni esterne, non aveva saputo arginare adeguatamente le iniziative dei magistrati. Questi venne sostituito dal dott. Fedele Confalonieri, a cui venne affidato il compito di gestire i contatti con il mondo politico. "Egli in prima battuta si rivolse a me per poter fruire del mio supporto onde essere agevolato nella ricerca dei contatti con appartenenti al mondo politico romano. Ero consapevole che si trattava di una attività temporanea, ma accettai ugualmente l'incarico in vista della remunerazione. Dopo circa un anno venni rimpiazzato da Gianni Letta .... "



D. Ci vuole spiegare qual è stata l'evoluzione, sulla base delle sue conoscenze, della vicenda, su cui si è già soffermato nel corso del presente verbale, relativa alla autorizzazione a servirsi dell'interconnessione dei programmi? "



R. Al riguardo, pongo in rilievo che il Governo reiterò il decreto che aveva ripristinato la possibilità di interconnettere. Si arrivò così alla adozione della legge Mammì" nel 1990, che fu preceduta da roventi polemiche e dalle dimissioni di ben 5 ministri della sinistra Dc. Ricordo che l'on. Berlusconi si mostrò intransigente, nel senso che non mostrò alcuna disponibilità a rinunciare alla parità di reti con il settore pubblico. Rammento, in particolare, di avergli sentito dire che la riduzione da tre a due reti per il suo gruppo avrebbe implicato una perdita di competitività non sopportabile, in quanto si venivano a ridurre le entrate a fronte dell'aumento dei costi. Formulò questa valutazione imprenditoriale, se mal non ricordo, un anno prima del varo della Mammì, durante una riunione tenutasi in via Rovani, ove sussiste la sede della Presidenza della Fininvest a Milano. "



D. Vuole spiegare meglio quanto ha già detto con riferimento al suo coinvolgimento nel progetto politico da parte di Marcello Dell'Utri? Dalla lettura del brano in questione si evince che il Dell'Utri aveva una sua idea o meglio ancora un suo progetto che caldeggiava. Perciò, vuole spiegare se il Dell'Utri le avesse indicato determinati obiettivi da raggiungere, o se comunque le avesse tracciato delle direttrici su cui muoversi?



R. ... Il dottor Dell'Utri mi prospettò la necessità di individuare nuovi referenti per il gruppo Fininvest in quanto quelli tradizionali non rappresentavano una capacità adeguata alle esigenze. Tra l'incarico che ricevetti di disegnare possibili scenari idonei a raggiungere l'obiettivo divisato trascorse poco tempo. Ricordo che gli prospettai la possibilità di trovare intese con i partiti della sinistra. Questa ipotesi la scartò, in quanto tali forze politiche avevano un rapporto privilegiato con i gruppi imprenditoriali concorrenti riconducibili a "Repubblica" e all'"Espresso", che non avrebbe mai consentito di raggiungere lo scopo. Gli sottoposi l'ulteriore possibilità di coinvolgere o comunque di dar vita ad un legame con la Lega Nord, partito emergente in continua crescita. Dell'Utri si manifestò più possibilista innanzi a questa via, anche se in definitiva ritenne di scartarla, perché si trattava di uomini nuovi che non presentavano adeguata affidabilità. Mostrò, invece, maggiore interesse per la terza ipotesi che gli suggerii, vale a dire il cambiamento all'interno dei partiti tradizionali. Pensavo alla scissione del partito della Dc, come si era ventilato da alcuni settori del medesimo partito, con la creazione di una Dc del Nord da contrapporsi a quella del Sud. Il dottor Dell'Utri, nell'aderire a questa proposta, disse che si rendeva necessario creare un aggregato di quel partito anche al Sud. Tuttavia, in concreto l'idea non sembrava percorribile, perché il potere non poteva essere ceduto da coloro che lo detenevano. Conclusivamente, mostrò di voler privilegiare la quarta via che gli avevo prospettato, vale a dire quella della creazione di un gruppo contenitore. Preciso che tutti questi discorsi che ho riassunto si sono sviluppati nell'arco di un paio di mesi, durante gli incontri che avevamo al Palace Hotel di Milano. Ricordo di aver predisposto degli appunti nei quali avevo esposto le linee delle proposte di cui ho detto. "Con certezza posso dire che Dell'Utri decise di dar corso all'iniziativa "contenitore nel giugno 1992. Il dottor Dell'Utri decise di affidarmi il compito di dar vita a un "processo" accelerato di formazione e di trasformazione dei quadri dirigenti del gruppo Fininvest in dirigenti politici, a far data dalla ripresa del lavoro dopo la sospensione feriale estiva. Preciso di essere stato invitato a metà settembre 1992 a Montecarlo, assieme agli ospiti istituzionali del gruppo, alla tradizionale convention annuale. Fui invitato a partecipare, per "sentire il polso" ai vari dirigenti del gruppo che vi partecipavano. Nel corso della stessa vi fu un discorso del Presidente Berlusconi con cui aveva manifestato forte ottimismo per il futuro imprenditoriale del gruppo. Rammento che questi, nel corso del suo intervento, si era abbandonato a una "parentesi politica", ponendo in rilievo che i nemici erano divenuti più forti, mentre gli amici si erano indeboliti, e che ci si doveva, pertanto, preoccupare. "



D. Vuole spiegare se, prima del settembre 1992, L'on. Berlusconi fosse al corrente del disegno politico del Dell'utri? "



R. Non posso fornire indicazioni precise al riguardo. Non credo, però, che il Dell'Utri agisse all'insaputa del Berlusconi, posto che i due avevano contatti quotidiani. "



D. Quando venne messo l'on. Craxi al corrente del disegno politico? "



R. Per quel che mi risulta, Craxi era stato messo al corrente nel corso della prima domenica di aprile del 1993, durante una riunione tenutasi alle ore 18.00, alla villa di Arcore, alla quale partecipai. Oltre a noi tre, non vi era nessuna persona presente. "



D. Vuole riferire quali rapporti ha avuto con gli on. Berlusconi e Dell'Utri e se nel tempo questi rapporti abbiano subito delle variazioni? "



R. I rapporti con l'on. Berlusconi sono stati di grande amicizia. Ancora oggi posso considerarlo un buon amico. L'on. Berlusconi, in verità, mi ha rimproverato per le mie recenti dichiarazioni, in quanto, a suo dire, avrei violato una intimità relazionale relativa a fatti e confidenze che dovevano rimanere all'interno di Publitalia. Rappresento di essere stato sentito nell'ambito del dibattimento nei confronti dell'on. Dell'Utri, nel corso di un udienza del maggio 1998. In quella sede, i difensori del Dell'Utri mi hanno contestato alcuni episodi idonei, a loro dire, a dimostrare malanimo o acredine da parte mia verso il Dell'Utri. Mi riporto alle risposte e ai chiarimenti forniti in quella sede. Preciso che il testo a cui ho fatto riferimento dal titolo "Un clandestino a bordo" ,che racconta la storia di Forza Italia, non è stato ancora pubblicato da parte della Mondadori alla quale lo avevo proposto. "



D. Perché ha deciso di abbandonare Publitalia? "



R. Uscii da Publitalia per volontà formalmente di Dell'Utri, ma sostanzialmente di Berlusconi. Una volta compiuta la trasformazione dei quadri dirigenziali del gruppo in esponenti politici titolari di incarichi e cariche istituzionali, il mio apporto si sarebbe dovuto concretizzare con una collaborazione non più interna alla struttura imprenditoriale, bensì con un rapporto di consulenza con la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Io accettai l'incarico, che non si concretizzò a causa della caduta del Governo. "



D. Vi furono mai motivi di frizione tra lei e gli on. Berlusconi e Dell'Utri? "



R. Con Dell'Utri, che all'interno dei più stretti collaboratori di Berlusconi mi vedeva con una certa simpatia, non c'è mai stato un rapporto di amicizia. E a seguito del comportamento tenuto nei miei confronti nel periodo precedente e seguente alle elezioni del 1994, questi rapporti con Dell'Utri si sono congelati per poi scomparire nel nulla dopo le elezioni del 1996, perché Dell'Utri si è ritenuto colpito da mie prese di posizioni pubbliche riguardanti la nascita di Forza Italia, e io di contro ritenevo che vi fosse dell'ingratitudine nei miei confronti da parte sua. Le mie prese di posizioni pubbliche nascono da un forte malumore personale legato alla mia esclusione dalle liste parlamentari presentate per le elezioni politiche del 1996, esclusione non motivata e non comunicata, sebbene lo stesso Berlusconi personalmente mi avesse dato assicurazioni in tal senso. Ciò provocò in me un forte risentimento che mi portò a determinarmi a scrivere un libro su quella che era stata la mia esperienza e il mio contributo alla creazione di Forza Italia. Io ritengo più responsabile della mia esclusione l'on. Berlusconi, in quanto egli è il padrone del partito. Tuttavia tengo a precisare che, nonostante quello che ritengo un torto patito, non nutro - e posso dirlo con assoluta serenità - alcun motivo di rancore nei confronti degli on. Dell'Utri e Berlusconi. Evidenzio al riguardo che tuttora continuo a mantenere contatti telefonici con quest'ultimo. "



D. Lei ha fatto riferimento a più riprese al progetto politico caldeggiato dall'on. Dell'Utri: sa dire se tale prospettiva sia stata in qualche modo accostata alle stragi di Capaci del 23 maggio 1992 e di via D'Amelio del 19 luglio 1992, tenuto conto che la decisione di dar vita al cosiddetto "partito calderone" è stata assunta nel giugno 1992, poco dopo la prima strage e circa un mese prima della seconda? "

R. Dell'Utri mostrò preoccupazione per queste stragi ed effettivamente collegò il suo progetto politico alle stesse. Il suo timore, che poi era quello dell'on. Berlusconi, consisteva nel fatto che tali fatti delittuosi avrebbero consegnato il paese nelle mani della sinistra, posto che i partiti al governo non avevano saputo dimostrare una capacità di tutelare l'ordine pubblico e i funzionari esposti nella lotta alla criminalità organizzata. Vi fu quindi, una accelerazione sulla tempistica di attuazione del progetto politico per arginare la situazione e cercare di conquistare il potere politico ... ".

LE CONCLUSIONI

Vediamo ora di tirare le somme di tutte le cose che abbiamo visto fino ad ora:

Aprile del 1993 riunione tra Berlusconi,Craxi e Cartotto per decidere la linea politica da seguire :Linea Dell'Utri o linea Confalonieri.

Attentato a Costanzo: 14 maggio '93

Attentato di via dei Georgofili a Firenze il 27 maggio '93, quello di via Palestro a Milano il 27 luglio '93 e quelli di San Giorgio al Velabro e San Giovanni in Laterano il 28 luglio '93; poi più nulla

Luglio '93, presso lo studio del notaio Roveda di Milano, venne costituita l'associazione "Forza Italia! Associazione per il buon governo.

Agosto del 1993 quindi si arrivò a una riunione dei principali dirigenti Fininvest e degli altri esterni aderenti al progetto, nel corso del quale la decisione venne comunicata a Confalonieri e a Letta. In quell'occasione erano presenti: Giuliano Urbani, Gianni Pilo, Dell'Utri, l'avv. Travaglia, Angelo Codignoni, Doris e Baldini. Nell'ambito di questo incontro, avvenne un forte scontro tra Confalonieri e Berlusconi.

"Sull'accelerazione nella attuazione del progetto ebbero influenza sia il rapido deteriorarsi della politica della cosiddetta Prima Repubblica, sia il deteriorarsi anche dell'ordine pubblico, manifestatosi nella lunga serie di stragi avvenute nel 1992 e 1993. Il pericolo paventato era che questa situazione di confusione potesse portare al potere forze non democratiche e, in particolare, che preponderante divenisse il ruolo di Rifondazione comunista."

C'è poi la storia,raccontata da Spatuzza nella sua deposizione, dei cartelloni pubblicitari che vennero messi a Brancaccio nel 93,dietro ordine dei Graviano ,(per fare prima ed aggirare i permessi comunali,necessari per la collocazione viene scelto di collocare detti tabelloni su terreni privati in modo da non avere la necessità dei permessi ) .Siamo alla vigilia della nascita di Forza Italia che venne preceduta,appunto da una "misteriosa"campagna pubblicitaria che apparentemente non aveva ne capo ne coda ma lanciava dei segnali.......che, portavano poi al logo e ai caratteri di "Forza Italia"...questo fatto certifica l'interesse dei Graviano per il partito di Berlusconi,addirittura, prima ancora della sua nascita....I cartelloni vennero poi fatti togliere sempre dietro l'ordine degli stessi Graviano,l'ordine arrivò dal carcere,con la richiesta specifica di rimuovere persino le fondamenta sulla quale poggiavano.....perchè?

Bisognava forse cancellare le tracce? O era la risposta ad uno sgarbo?.....

Il principe domenico napoleone Orsini,massone,amico di licio gelli,nei primi anni 90 scopre di avere una vocazione leghista, fonda la lega italia federata ,una sponda per la lega di bossi di cui è amico,e cerca di coordinare vari movimenti leghisti locali del meridione per costituire una sorta di lega del sud. Tra i contatti di orsini il più importante si chiama"Sicilia Libera"ed ha una particolarità il suo fondatore e principale sponsor è leoluca bagarella cognato di totò riina e spietato assassino,il rappresentante di facciata è tullio cannella.

Il 4 febbraio del 94 dal telefono del principe orsini partono

una serie di telefonate:

Alle 10.50 orsini chiama stefano tempesta,un leghista vicino a sicilia libera

Alle 15.55 chiama tullio cannella,il rappresentante di sicilia libera

Alle 16.14 chiama la sede di sicilia libera a palermo

Alle 18.43 chiama arcore,al numero privato di s.berlusconi e dopo qualche minuto marcello dell'utri

Alle 19.01 e poi alle 19.20 chiama stefano tempesta

Fine della storia,in seguito non nasce più nessuna lega del sud

In compenso nasce "forza italia".

Questi i fatti.....a voi le conclusioni......aloi calabrese

Noi, la Associazione \"Madres de Plaza de Mayo\" supplichiamo, chiediamo a Dio in una immensa preghiera che si estenderà per il mondo, che non perdoni lei signor Giovanni Paolo II, che denigra la Chiesa del popolo che soffre, ed in nome dei milioni....

12/05/2009
«Al generale Augusto Pinochet Ugarte e alla sua distinta sposa,


Signora Lucia Hiriarde Pinochet, in occasione delle loro nozze d'oro matrimoniali e come pegno di abbondanti grazie divine»,
scrive senza imbarazzo il Sommo Pontefice, «con grande piacere
impartisco, così come ai loro figli e nipoti, una benedizione apostolica speciale.

Giovanni Paolo II.»
A vent'anni dal golpe la legittimazione più calorosa arrivò al dittatore Augusto Pinochet dal Vaticano. 18 febbraio 1993: in occasione delle sue nozze d'oro vengono inviate due lettere autografe in spagnolo che esprimono amicizia e stima e portano in calce le firme di papa Wojtyla e del segretario di Stato Angelo Sodano che in verità è ancora più caloroso e prodigo di apprezzamenti.Sodano era stato nunzio apostolico in Cile dal '77 all'88, e nell'87 aveva perorato e organizzato la visita del papa a Santiago, ignorando le accese proteste dei circoli cattolici impegnati nella difesa dei diritti umani. Il cardinale scrive di aver ricevuto dal pontefice «il compito di far pervenire a Sua Eccellenza e alla sua distinta sposa l'autografo pontificio qui accluso, come espressione di particolare benevolenza».

Aggiunge: «Sua Santità conserva il commosso ricordo del suo incontro con i membri della sua famiglia in occasione della sua straordinaria visita pastorale in Cile». E conclude, riaffermando al signor Generale, «l'espressione della mia più alta e distinta considerazione».

Naturalmente Il Vaticano non rese pubbliche queste lettere.

Neanche Pinochet lo fece, Si decise di mantenerle private, per timore di attirare nuove polemiche. Ma dopo tre mesi i documenti furono portati alla luce dal quotidiano cileno "El Mercurio". E furono ripresi da "Témoignage Chrtien", la rivista francese dei cattolici progressisti. Provocando,giustamente, «reazioni di rivolta, di tristezza e di vergogna», nel ricordo delle barbare esecuzioni e delle feroci torture perpetrate dal regime di Pinochet.

Vi furono indignate proteste.A Caen un gruppo di preti-operai particolarmente indignati all'iniziativa del Papa e di Sodano opposero al commosso ricordo di Wojtyla «l'emozione davanti alla morte del presidente Allende e di molti suoi collaboratori; davanti alla retata e al parcheggio dei sospetti nello stadio di Santiago; davanti alle dita amputate del cantante Victor Jara per impedirgli di intonare sulla sua chitarra gli accordi della libertà; davanti alle sparizioni, alle carcerazioni, alle torture».

«Durante il potere di Pinochet Gesù Cristo era crocifisso ancora»

Quando il dittatore venne arrestato a Londra l' incontro in Vaticano fra il cardinal Sodano e il sottosegretario cileno agli Esteri Mariano Fernandez,viene visto come un tentativo di attivare il Vaticano in soccorso di Pinochet, riproponendo gli inquietanti interrogativi che accompagnarono la rivelazione dei messaggi di auguri. Nel '93, Pinochet non era più il capo dello Stato, ma solo il comandante delle Forze Armate. E Sodano era tornato già da cinque anni in Italia dove aveva preso il posto di Agostino Casaroli al vertice della diplomazia pontificia.

Che ragione c'era di dispensare riconoscimenti così entusiastici, coinvolgendo anche il papa in prima persona, per una ricorrenza non così straordinaria che avrebbe al massimo meritato un asciutto telegramma di felicitazioni? La risposta, a sentire i cattolici cileni che lavoravano a Santiago per la Vicaria de la Solidaridad, un organo della curia che per sedici anni - dal '76 al '92 - si è battuto contro le atrocità della dittatura, è nel feeling che, nonostante le tensioni provocate dalle denunce dei sacerdoti socialmente più impegnati e dagli episodi di cronaca più scabrosi, si era instaurato fra Sodano e Pinochet.

Nel conflitto fra ragion di Stato e difesa dei diritti umani, pur senza plateali favoreggiamenti, il nunzio apostolico avrebbe privilegiato il dialogo con il regime, assecondando l'ipocrita transizione che provoca ancor oggi nel Cile tante lacerazioni. Negli inevitabili scontri con Pinochet, Sodano avrebbe badato a difendere l'istituzione Chiesa più che l'incolumità delle vittime perseguitate dalla dittatura.

Non è comprensibile che, come dimostra l'estrema cordialità dei messaggi augurali per le nozze d'oro, a distanza di pochi anni il Vaticano abbia rimosso le pagine più tragiche della storia cilena e si sia profuso in attestati di stima verso il carnefice. La lunga permanenza di Sodano a Santiago è coincisa con un processo di spaccatura

all'interno della Chiesa cilena. Da un lato le frange più conservatrici del mondo cattolico facevano quadrato intorno alla dittatura in nome dell'anticomunismo. Dall'altro gli ambienti più aperti trasformavano la Vicaria de la Solidaridad nel vero simbolo dell'antipotere.

Da circa sette anni la Vicaria de la Solidaridad, che già dopo il referendum da cui uscì sconfitto Pinochet nell'88 aveva perso la funzione primaria, si è trasformata in un centro documentazione.

Attraverso i suoi archivi è possibile ricostruire nei dettagli i controversi rapporti fra una Chiesa di ispirazione progressista e il generale che si richiamava anche ai principi

della fede cattolica per giustificare la sua azione di sterminio.

Nell'83 la giunta militare sbatte in carcere tre sacerdoti stranieri che più avevano alzato la voce nelle proteste. Sodano chiede la loro liberazione.

I tre vengono espulsi.Per evitare fratture più traumatiche, papa Wojtyla, tramite Sodano, invita i militari a cercare risposte positive alle condizioni e alle situazioni di

violenza.

Pinochet, in cerca di legittimazioni, si dichiara in sintonia con le aspettative del pontefice: "il governo cileno è impegnato nella creazione di un sistema democratico di ispirazione occidentale e cristiana; il messaggio di sua Santità è uno strumento prezioso per la realizzazione di questi obiettivi".

Per limiti d'età va in pensione ,lo scomodo, cardinale Henriquez, a sostituirlo viene chiamato Juan Francisco Fresno, un arcivescovo più in sintonia con Sodano.Nell'84 a Santiago, nella parrocchia di San Francesco si invoca la punizione divina contro i torturatori di Stato. Colti di sorpresa, i militari dichiarano guerra alle frange sovversive della Chiesa e consegnano a Sodano un dossier da inoltrare in Vaticano, in questo si proclamano salvatori della patria. Scoppia poi la grana dei terroristi del Mir, presunti killer del sindaco di Santiago Carlos Urzia, che trovano rifugio negli uffici della Nunziatura. È una brutta rogna per Sodano.

Anche se il Vaticano non ha firmato la convenzione sull'asilo politico, ragioni umanitarie sconsigliano la consegna dei ribelli a un governo che non dà alcuna garanzia sulla regolarità di un processo. Sodano chiede che ai quattro venga rilasciato un salvacondotto. I militari si irrigidiscono. Sodano chiede per la prima volta aiuto

legale agli avvocati della Vicaria, istituzione che ha sempre percepito pericolosamente estranea alla sua linea diplomatica.

Snobba spesso le sue ricorrenze,e secondo i racconti che circolavano nelle comunità ecclesiali, avrebbe dissuaso un cattolico torturato dal sollecitare l'intervento della Vicaria.

Stavolta è Pinochet a cedere.

Dopo circa tre mesi di battaglie legali, i quattro guerriglieri del Mir ottengono il salvacondotto e salgono su un aereo diretto in Ecuador.

Ma per Sodano le insidie non sono finite. Il sacerdote francese Pierre Dubois, e Carlos Camus, vescovo di Linares, creano nuovi attriti col regime, lanciando anatemi dai pulpiti.

Dopo il fallito attentato a Pinochet nell'86, Sodano elabora una strategia della distensione che culmina con la visita del Papa a Santiago.

Ai fedeli che esprimono indignazione, il nunzio assicura che si tratta di una missione esclusivamente pastorale. Ma anche se Wojtyla incontra esponenti dell'opposizione, il clou del viaggio è l'apparizione sul balcone presidenziale del pontefice al fianco del dittatore. La Vicaria viene invece appena sfiorata. Il Papa saluta i suoi dirigenti nel cortile antistante, senza mettere piede nei locali. Sodano lascia Santiago nel giugno '88. E nell'accomiatarsi si dice preoccupato per «l'attuale situazione del paese, perché vedo che non vi è un profondo rispetto degli uni per gli altri.»

Cinque anni dopo, a freddo, il segno del suo rispetto lo riserverà al dittatore.

Il 19 febbraio 1999, in attesa della sentenza della Camera dei Lords sul "caso Pinochet", la Segreteria di Stato vaticana, tramite il Card. Sodano, interviene presso il Governo di Londra, invocando ragioni umanitarie per sostenere che l'ex-

dittatore cileno non debba essere estradato in Spagna ma rinviato in Cile. Qualche giorno dopo le Madres de Plaza de Mayo scrivono indignate al papa.





Buenos Aires 23 febbraio 1999



Signor Giovanni Paolo II,

Molti giorni abbiamo impiegato per assimilare la richiesta di

perdono che Lei, Giovanni Paolo II, ha reclamato per il

genocida Pinochet.

Ci rivolgiamo a lei come ad un cittadino comune perché ci

sembra aberrante che dalla sua poltrona di papa nel Vaticano,

senza conoscere né aver sofferto in carne propria il pungolo

elettrico (picana), le mutilazioni, lo stupro, si animi in nome

di Gesù Cristo a chiedere clemenza per l'assassino.

Gesù fu crocifisso e le sue carni furono straziate dai giuda

che come lei oggi difende un assassino.

Signor Giovanni Paolo, nessuna madre del terzo mondo che ha

dato alla luce un figlio che ha amato, coperto e curato con

amore e che poi è stato mutilato e ucciso dalla dittatura di

Pinochet, di Videla, di Banzer o di Stroessner accetterà

rassegnatamente la sua richiesta di clemenza.

Noi la incontrammo in tre occasioni, però lei non ha impedito

il massacro, non ha alzato la sua voce per le nostre migliaia

di figli in quegli anni di orrore.

Adesso non ci rimangono dubbi da che parte lei stia, però

sappia che sebbene il suo potere sia immenso non arriva fino a

Dio, fino a Gesù.

Molti dei nostri figli si ispirarono a Gesù Cristo, nel donarsi

al popolo.

Noi, la Associazione "Madres de Plaza de Mayo" supplichiamo,

chiediamo a Dio in una immensa preghiera che si estenderà per

il mondo, che non perdoni lei signor Giovanni Paolo II, che

denigra la Chiesa del popolo che soffre, ed in nome dei milioni

di esseri umani che muoiono e continuano a morire oggi nel

mondo nelle mani dei responsabili di genocidio che lei difende

e sostiene.



Diciamo: NO LO PERDONE SEÑOR A JUAN PABLO II°.

Associazione



Madri di Plaza de Mayo

Le verità nascoste-Navi dei veleni-per non dimenticare....

12/05/2009

«Avevamo bisogno di affondare delle navi che ci erano state commissionate ed erano al largo di Cetraro. Ci serviva un motoscafo per portare l’esplosivo da riva fino al largo».

Inizia così il racconto di Francesco fonti,pentito della 'ndrangheta ad un magistrato dell'antimafia,è il 21 Aprile del 2006,Fonti si riferisce ad un episodio del 93 l'affondamento ,con annessa truffa all'assicurazione di una nave carica di rifiuti tossici,radiottivi,al largo delle coste calabre.

Il racconto del pentito:«Ci siamo incontrati in quel negozio di mobili. Spaccarotelle è il nome del mobilificio. Noi gli abbiamo detto che avevamo bisogno di un paio di motoscafi e lui ha detto: 'No, non ci sono problemi. Quanto grandi li volete? Da altura, da mezzo mare?'. E ci procurò due motoscafi. Noi caricammo... il materiale esplosivo l’avevamo portato da San Luca e, da Cetraro Marina, alla fine del lato Nord, c’erano i motoscafi, fin là si può arrivare anche con le macchine sulla strada interna del lungomare... Abbiamo preso le casse di esplosivo, le abbiamo messe sui motoscafi e siamo partiti al largo, siamo arrivati alle navi, gli autisti dei motoscafi hanno aspettato, noi abbiamo fatto il trasbordo e le abbiamo lasciate lì. Il giorno dopo siamo tornati di nuovo per sistemare l’esplosivo nei punti dove doveva esplodere per far imbarcare l’acqua e mandarle a fondo. Solamente che affondarle tutte e tre assieme lì abbiamo pensato che non era tanto intelligente, e abbiamo deciso una di farla affondare lì, le altre due di mandarle una verso lo Ionio, a Metaponto, e l’altra verso Maratea »

«Nelle navi in quel momento c’era una certa quantità di fusti che non erano stati smaltiti all’estero...»,,spiega il pentito, per i motoscafi a Franco Muto, boss di Cetraro, andarono 200 milioni di lire per il disturbo, dall’Olanda arrivarono una decina di casse di esplosivo militare, il carico finito in fondo al mare, invece, secondo il pentito era di origine norvegese.

«Avvenne di sera, era buio. Eravamo già gennaio, quindi verso le 7 e mezzo di sera... C’erano dei detonatori, però a breve portata, mi sembra 300 metri. Sono stati fatti brillare dal motoscafo».

Bruno Giordano, capo della Procura di Paola:"Molte cose restano da verificare, ed è difficile. «Ma il velo è squarciato, nessuno può più sostenere che le navi non ci sono», dice.

ha scoperto lungo il greto del torrente Oliva, tra Aiello Calabro e Serra d’Aiello, la presenza di metalli pesanti, radioattività di origine artificiale, «quantità rilevantissime di mercurio». Poi, mesi fa, sul suo tavolo è arrivato un documento dell’Arpacal, una rilevazione condotta nel Tirreno: fuori da Cetraro sottacqua c’era qualcosa di lungo, almeno 80 metri. La Marina non aveva mezzi a disposizione, Giordano si è rivolto a Silvio Greco, assessore all’Ambiente della Regione Calabria e biologo marino, che ha trovato un robot in grado di ispezionare i fondali,il robot filma un relitto. «Laggiù la pressione è 50 atmosfere , dice Greco ,: la telecamera ha inquadrato almeno un fusto quasi del tutto schiacciato. Gli altri dovrebbero essere nella stiva: ora bisogna capire che cosa contengono e come trattarli. Poi vanno cercate le altre due navi di cui parla il pentito »

la Regione Calabria aveva segnalato al governo le preoccupazioni espresse dal procuratore Giordano, con una nota inviata a firma dell'assessore Greco il 13 maggio scorso. La lettera era stata inviata, poiché la Regione non ha competenze dirette né sul mare né sui rifiuti tossico-radioattivi, al ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo e ai sottosegretari Guido Bertolaso e Gianni Letta. L'11 giugno la Regione ha sollecitato il governo ad avere informazioni in merito e il sottosegretario Bertolaso ha risposto che avrebbe interessato il ministro dell'Ambiente.

L'esecutivo regionale e il presidente Agazio Loiero hanno sollecitato il governo nazionale ''ad assumere, senza rinvii e senza attese, provvedimenti di emergenza'' e chiesto ''di essere coinvolti nei processi decisionali che si andranno ad attuare per mettere in sicurezza i siti, marini e terrestri, presumibilmente inquinati da depositi tossico-radioattivi''. Loiero ha anche ringraziato il procuratore Giordano ''il quale ha portato alla luce una verità che potrebbe portare nei prossimi mesi a una verità più grande''.



Intanto, dopo il ritrovamento del presunto relitto del Cunsky in Calabria, riprende quota in Basilicata la segnalazione di un possibile affondamento di una nave utilizzata per il traffico di rifiuti radioattivi. Nel 2005 il collaboratore di giustizia, che per primo ne ha parlato, ha dichiarato anche che al largo di Maratea (Potenza) nel 1992 fu fatta affondare la nave 'Yvonne' che trasportava 150 fusti di fanghi radioattivi. La conferma alle dichiarazioni del pentito giunta da Cetraro ora viene attentamente valutata anche in Basilicata. Si sono già svolte delle ricerche e, a quanto apprende l'Adnkronos, ci sono delle tracce.



Nel 2007 il Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata commissionò uno studio all'Istituto per l'ambiente marino costiero del Cnr per ricavarne una cartografia marina e costiera. Si trattava di realizzare la 'Cartografia morfobatimetrica al largo della costa lucana' ma nello stesso tempo le attività avrebbero consentito di acquisire informazioni su ciò che poteva essere presente in quel tratto e in quello immediatamente confinante. Nel corso di quattro campagne oceanografiche furono utlizzate le navi 'Urania' e 'Thetis' e la research vessel 'Napoli'.



I rilievi effettuati si spinsero fino a una profondità di 600 metri. Le ricerche si sono concluse con la stesura della cartografia, così come richiesto, ma hanno anche evidenziato la presenza di 7 'target'. In pratica le carte mostravano la presenza di 7 'macchie', la cui natura però non poteva essere determinata. Si trovano alla profondità di 81 metri, 113 m, 512 m, 448 m, 526 m, 484 m, 62 m.



Potrebbe trattarsi di rocce ma una di queste 'macchie' è ritenuta particolarmente significativa perché simile a quella della nave affondata che è stata rilevata a suo tempo a Cetraro. La nave ritrovata in Calabria, infatti, era stata evidenziata con tanto di coordinate da una ricerca oceanografica e poi confermata dal robot marino il 12 settembre sulla base di quelle coordinate.

Ascoltiamo cosa dice il dottor Giacomino Brancati, medico e consulente della Procura. La sua relazione fa paura. «Si può confermare l’esistenza di un eccesso statisticamente significativo di mortalità nel distretto di Amantea rispetto al restante terri­torio regionale, dal ‘92 al 2001, in particolare nei comuni di Serra d’Aiello, Amantea, Cleto e Malito ». Parla di tumori maligni di colon, retto, fegato, mammella. Invita a indagare lungo il corso dell’Oliva.

Ma "lo Stato"non ci sta : il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, parla di «irresponsabile speculazione politica che pezzi della sinistra stanno conducendo sul caso della cosiddetta 'nave dei veleni' in Calabria». «Siamo davanti ad una situazione complessa - spiega il ministro - con ipotesi di inquinamento sulla terraferma e un relitto non ancora identificato, ad oltre 400 metri di profondità, che si teme possa contenere rifiuti inquinanti o radioattivi e che è al centro di una inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Credo che dinanzi ad una realtà di tale problematicità la politica debba mostrare responsabilità e capacità di intervento». «Nell'ultimo mese - prosegue la Prestigiacomo - c'è stato chi ha lavorato per innescare un clima di paura e di protesta, chi si è esercitato nel fare l'amministratore di lotta e di governo, trattando al mattino col Governo e condividendo le scelte adottate, e correndo un minuto dopo a dichiarare, mentendo scientemente, che il Governo non fa niente, organizzando manifestazioni e spedizioni, seminando terrore e furore nel tentativo di lucrare elettoralmente sulla paura dei calabresi».

Il 19 novembre Un dossier puntuale e completo sulla vicenda delle navi dei veleni e i traffici illeciti di rifiuti tossici e pericolosi che nel corso degli anni hanno avvelenato gran parte del Belpaese è stato consegnato da una delegazione di Legambiente al Dott. Alberto Ruffo, Consigliere di Stato (Affari Interni e rapporti con le Autonomie) della Presidenza della Repubblica.

“La grande attenzione dimostrata dalle più alte cariche dello Stato per il tema dei traffici illeciti dei rifiuti e degli affondamenti sospetti nel Mediterraneo, ci fa ben sperare rispetto alle richieste fatte al Governo dalla nostra associazione, per venire a capo in tempi ragionevolmente brevi delle vicende inquietanti sulla gestione illegale dei rifiuti che hanno caratterizzato la storia degli ultimi venti anni e continuano oggi a costituire un pericolo per la salute dei cittadini e dell’ambiente”.

Nuccio Barillà del direttivo nazionale dell’associazione, insieme al direttore del Quotidiano della Calabria Matteo Cosenza, ha consegnato una nota relativa alle oltre 30mila firme raccolte dal quotidiano con la petizione Liberi dalle scorie, attraverso la quale i cittadini calabresi hanno espresso i loro timori per i rischi di contaminazione dovuti agli interramenti di scorie tossiche nelle fondamenta degli edifici e nella messa in opera di infrastrutture pubbliche.



“Il Dott. Ruffo – ha dichiarato Sebastiano Venneri – ha espresso attenzione e interesse verso un problema che il Presidente della Repubblica sente come rilevante, mostrando particolare sensibilità nei confronti dei cittadini preoccupati per la loro salute e il futuro del loro territorio. Da qui il nostro auspicio affinché il Presidente possa tornare in Calabria, e specificatamente nella città di Crotone, simbolo di quell’Italia operosa e ricca di storia, oggi nota alle cronache soprattutto per le vicende legate agli smaltimenti illeciti dei rifiuti industriali e ai rischi per la salute dei suoi abitanti”.

Intanto una nota del ministero dell'Ambiente spiega:

si cono concluse le indagini sottomarine effettuate dalla "Mare Oceano" a largo di Maratea e Palinuro. Con le strumentazioni della nave, sono stati indagati i fondali di due aree, una di 9 miglia per 2 e un'altra, contigua, di 2 miglia per 5, che erano state indicate, con precise coordinate geografiche, dalla Procura di Lagonegro come zone di possibili affondamenti delle cosiddette "navi a perdere" cariche di rifiuti pericolosi.



Nell'area non sono stati trovati relitti di imbarcazioni riconducibili alle navi che si ritengono affondate con un carico di rifiuti tossici. L'indagine dei fondali ha consentito di identificare, a 550 metri di profondita', uno scafo affondato di circa 20 metri, probabilmente una imbarcazione da diporto affondata per un incendio a bordo sulla quale sono stati trovati consistenti rilasci di reti da pesca. L'imbarcazione non reca

segni di identificazione ne' il naufragio risulta segnalato nei registri dei sinistri marittimi delle Capitanerie di Porto territorialmente competenti.



Inoltre, su un'area di 80 m. per 20, a 600 metri di profondita'. E' stato identificato un "giacimento" di antiche anfore, probabilmente di epoca romana. Nell'area ispezionata sono stati effettuati rilievi di radioattivita' che hanno dato esito negativo.

Non ci sono 'navi a perdere' nei fondali di Maratea, in Basilicata, ma solo il relitto di un'imbarcazione da diporto e un "giacimento" di antiche anfore.

Spiegazioni che non convincono,infatti:in un libro i dubbi di un sub:

Si chiama "Navi mercantili perdute", edito nel 1977 a cura dell'Ufficio Storico della Marina Militare. E' il terzo volume di una collana che si chiama "La Marina Italiana nella Seconda Guerra Mondiale". Un libro illustrato all'Agi da Francesco Sesso, fotografo subacqueo cosentino, pluripremiato in diverse manifestazioni, in Italia e all'estero, e campione italiano di fotografia subacquea. Di relitti Sesso ne ha visitati e studiati parecchi. E allora si e' appassionato anche alla storia della "nave dei veleni".



E ha scoperto che su questo libro e' citata una sola nave Catania, e non sarebbe affatto quella che, secondo il Ministero dell'Ambiente, e' affondata nel 1917 al largo di Cetraro. E' invece un piroscafo costruito nel 1919 e che, dopo alterne vicende, sarebbe stato demolito nel porto di Napoli. E' la stessa nave? Magari ci si sbaglia sulle date, ma perche' il Ministero dell'Ambiente, per evitare ambiguita', ha avvisato di

non cadere nell'errore di confondere la Catania con la Citta' di Catania, altra nave, affondata a Brindisi, e non ha citato invece questa, che sarebbe del tutto diversa ma omonima della nave scoperta a Cetraro? Francesco Sesso critica anche le immagini che si trovano sul sito del Ministero dell'Ambiente.



"Quel relitto e' in condizioni troppo buone per avere 92 anni", ci dice. "Al massimo e' della Seconda Guerra Mondiale. E poi, a quella profondita' e con quella pressione, le lettere in rilievo della scritta non ci sarebbero state, dopo tutto questo tempo. Sarebbero completamente coperte da incrostazioni". E cita il caso di una nave esplorata al largo di Fiumefreddo Bruzio, della Seconda Guerra Mondiale e a soli 60 metri di profondita'.



"Di scritte li' non ce ne sono rimaste, - osserva - nessuna. Siamo dovuti entrare nella sala macchine per trovare la scritta con il cantiere di costruzione. Era il solo modo per identificare la nave. E si vede bene lo squarcio provocato da un siluro, grande tanto da far passare anche 10 sub. Ma nella nave filmata dal Rov del Ministero, lo squarcio dov'e'?. Dalla struttura e dalla conservazione delle lamiere, - aggiunge - le due navi, quella filmata a settembre e questa che e' sul sito del Ministero, sembrano diverse. E poi la prima e' a 500 metri, la seconda a 480.



Si vede dalle sovraimpressioni sulle immagini. Non e' una differenza da poco, e' come se ci si sbagliasse di due navi una sopra l'altra. E la misura e' fatta con strumenti che costano centinaia di migliaia di euro. Non con giocattoli".



Ad oggi non ci sono novità rispetto a queste notizie,pare che tutto sia caduto nel dimenticatoio,dopo le scandalose risposte del "ministro Prestigiacomo",anche lei con i suoi bravi scheletri nell'armadio,e di alcuni amministratori locali che si sono risentiti dal fatto che era stata sollevata la questione.

Vorrei porre l'accento su questa questione affinchè non cada nell'oblio...delle cose da fare ma mai fatte...aloi calabrese

Chiusa l'udienza con l'ordinanza di ascoltare l'11 dicembre i Fratelli Graviano e Lo Nigro ...

12/04/2009


Riprende nell'aula bunker di Torino l'udienza del processo al senatore Marcello Dell'Utri accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Il difensore dell'imputato,Marcello Dell'Utri, Nino Mormino, ha iniziato il controesame di Gaspare Spatuzza,con domande che mirano essenzialmente a screditarne l'attendibilità, Spatuzza precisa che ha "deciso di togliere gli omissis sulle stragi del '92 e '93, dopo l'ammissione al programma pentiti. Prima di quella data, ai pm non parlai mai dei nomi dell'interlocutore politico dei Graviano"

La difesa domanda. "Ha mai sentito di trattativa Stato-Mafia prima del '93? Spatuzza: "No"

Polemica poi tra difesa e accusa:a domanda della difesa di Dell'Utri, Spatuzza risponde: "Sono accusato di sette stragi, quaranta omicidi"

Al brusio sollevato risposta del PM :Ai processi,di mafia, non si chiamano a deporre le brave persone perchè non saprebbero nulla,ma le cattive persone..."

L'Udienza a questo punto viene nuovamente sospesa

Spieghiamo poi una questione discussa nella prima parte della deposizione,quella inerente "ai cartelloni pubblicitari che vennero messi a Brancaccio,dietro ordine dei Graviano,e poi fatti togliere per ordine degli stessi,eravamo nel 94 alla vigilia della nascita di Forza Italia che venne preceduta da una "misteriosa"campagna pubblicitaria che apparentemente non aveva ne capo ne coda ma lanciava dei segnali..che portavano poi al logo e ai caratteri di "Forza Italia"...quindi questa parte della deposizione che apparentemente non era importante invece ,a mio avviso,riveste una grandissima importanza in quanto certifica l'interesse dei Graviano per il partito di Berlusconi,addirittura, prima ancora della sua nascita.....

Riprende l'udienza la corte dichiara conclusa la deposizione dello Spatuzza e dispone l'udienza per video conferenza, l' 11 dicembre a Palermo,di Giuseppe e Filippo Graviano e Lo Nigro...

Stavolta credo che ne sentiremo delle belle....il gioco si fa sempre più duro.....aloi calabrese

Il resoconto della prima parte dell'interrogatorio di Spatuzza che chiama in causa Berlusconi e Dell'Utri come mandanti delle stragi del 93

12/04/2009

Superate le "eccezioni"manifestamente infondate,che miravano

ad ostruirne l'esame Gaspare Spatuzza esordisce così: "innanzi tutto buongiorno" e alla domanda del presidente se intende avvalersi della facoltà di non rispondere,dice con voce decisa:"Intendo rispondere".

Esplicate le formalità,di rito, inizia l'interrogatorio Spatuzza precisa subito che "cosa Nostra "è una organizzazione terroristica mafiosa ed inizia il racconto della sua carriera di"mafioso"e dei reati,commessi, dei quali è condannato soffermandosi sulle stragi:"Luglio 93 mi fu dato da Giuseppe Graviano l'incarico di compiere l'attentato di via Fauno ,l'anomalia è che la sera prima mi furono consegnate,da Cannella ma provenivano da Giuseppe Graviano, 5 lettere da spedire,io detti un occhiata,per vedere a chi erano indirizzate e vidi che,alcune, erano indirizzate a testate giornalistiche.....altre non ricordo bene."successivamente ,io penso fine 94,avviene un incontro con Giuseppe Graviano e Cosimo lo Nigro,a Campofelice di Roccella".Poi si corregge riportandolo alla fine del 93 in quanto il Graviano fu arrestato a gennaio 94,"In questo incontro il Graviano mi disse che dovevamo fare un attentato per uccidere parecchi carabinieri"ma io gli feci notare che:ci stavamo portando dei morti che non ci appartenevano" Perchè ci sono dei morti che vi appartegono? :"Si ,devo dire che quando ci fu la strage di Capaci e via D'Amelio vigliaccamente esultammo.....quelle sono stragi che ci appartenevano ..Roma, Firenze...no"

Graviano mi spiegò che ci dovevamo portare dietro questi morti perchè così: "chi si deve muovere si muoverà"Qui spiega i suoi rapporti con la famiglia Graviano ...........

PM:E Graviano non le disse chi era questa persona che si doveva dare una smossa?" "No, in quella seduta non me lo disse"risponde Graviano.......che continua:"Cominciammo a preparare l'attentato in una prima fase a Palermo,quando mi giunge la richiesta,dal Graviano, di potenziare al massimo

la bomba e quindi usiamo una tecnica mai usata prima in quanto

oltre all'esplosivo mettiamo una cinquantina di chili di tondino di ferro tagliato a 1 o 2 cm per fare più danno possibile."

Nella seconda fase quando eravamo già a Roma mi vennero date le coordinate per incontrare lo stesso Graviano in un bar di via Veneto il bar "Doney" :"Vidi subito che era esultante,il Graviano,come se avesse vinto al lotto.: " Mi fece il nome di Berlusconi,quello di canale 5 chiesi, e mi disse,si, che grazie a lui e al compaesano nostro,Dell'Utri, ci eravamo messi il paese tra le mani. Graviano mi disse che avevamo ottenuto tutto quello e questo grazie alla serietà di quelle persone che avevano portato avanti questa storia, che non erano come quei quattro 'crasti' socialisti che avevano preso i voti dell'88 e '89 e poi ci avevano fatto la guerra"........."

"Nell'87 Giuseppe Graviano mi aveva detto che dovevamo sostenere i candidati socialisti alle elezioni. All'epoca il capolista era Claudio Martelli,poi c'era Fiorino,gli altri due non mi ricordo. A Brancaccio facemmo di tutto per farli eleggere e i risultati si videro: facemmo bingo" dice Spatuzza"Furono eletti tutti i quattro"

L'attentato all'olimpico,poi,che avevamo scelto come obiettivo,fallì:

"Era già tutto pronto per l'attentato, allo stadio, per uccidere i carabinieri , ma all'ultimo minuto quando Benigno premette il telecomando, fortunatamente, grazie a Dio, il telecomando non funzionò"

Quella,dice Spatuzza fu l'ultima volta che si incontrò con Giuseppe Graviano che poi fu arrestato,si rividero poi nel carcere di Tolmezzo (Udine). Lo ha detto Spatuzza: "Ho avuto contatti con Giuseppe e Filippo Graviano nel carcere di Tolmezzo dove i due erano detenuti"

Racconta poi del suo percorso di pentimento....anzi lui la chiama "dissociazione" da "cosa nostra" :"Il mio pentimento è la conclusione di un bellissimo percorso spirituale cominciato grazie al cappellano del carcere di Ascoli Piceno. Mi sono trovato ad un bivio: scegliere Dio o Cosa nostra"e aggiunge: "Se io ho messo la mia vita nelle mani

del male, perchè non la devo perdere per il bene? Chiedo perdono per il male fatto"

Nel percorso del pentimento dice di essersi dovuto confrontare anche con la paura di parlare di certi personaggi: "I timori di parlare del presidente del Consiglio Berlusconi erano e sono tanti"

Però aggiunge:"La mia missione è restituire verità alla storia e non mi fermerò di fronte a niente. E' una mia missione per dare onore a tutti quei morti, a tutta quella tragedia. E' mio dovere"

Il processo poi viene sospeso per una pausa..pranzo

In questa prima parte Spatuzza conferma quanto aveva dichiarato fin qui .....interesanti certi chiarimenti,certi ammiccamenti,certe pause... segnali forse non colti appieno da i non siciliani e da chi non respira questa aria intrisa di mafiosità...comunque aspettiamo di sentire la seconda parte.aloi calabrese

Mala tempora.....currunt....

12/02/2009


La notizia è che,in commissione bilancio 12 emendamenti alla Finanziaria su 14 presentati dal governo,sono stati bocciati.

La notizia è che il tasso di disoccupazione ha raggiunto l'8 %, in particolare, la crescita del tasso di disoccupazione giovanile, che riguarda i ragazzi dai 15 ai 24 anni, che si attesta al 26,9% (+0,6% rispetto a settembre 2009 e +4,5% rispetto ad ottobre 2008.

La notizia è che una ventata xenofoba soffia dalla svizzera ed i leghisti non si sono fatti pregare per rilanciare....

Le non notizie invece:Cominciamo da quanto detto dal ministro

Scajola :"Le dichiarazioni di ieri dimostrano una volontà e un'azione che è diversa dalla considerazione e dalla linea del Popolo della Libertà".(E su questo sono d'accordo col ministro delle attività produttive,in quanto mentre Fini è per una linea di legalità e correttezza,Berlusconi e la sua banda perseguono altri "fini"e sono ben lontani da legalità e correttezza) E poi: "Credo che ognuno debba mantenere la propria coerenza fino in fondo, si discuta pure, ma la linea deve valere per tutti. "Da troppo tempo ci sono dei distinguo fuori dalla linea del programma".

Ma queste cose si sapevano da tempo,che le strade percorse da Fini e da Berlusconi fossero divergenti era stato ufficializzato dai rispettivi comportamenti ,e non solo in tema di giustizia.

Ancora una volta il presidente della camera viene attaccato dai fogli della famiglia berlusconi.

Sia Feltri che Belpietro innescati dal loro padrone sparano ad alzo zero su Fini:"Fini si e' tradito, chiarisca o si dimetta", riporta il titolo a cinque colonne del Giornale,mentre l'altro "Libero"(che coraggio chiamarlo così)titola "Fini ormai è fuori onda" e aggiunge: ''Ha fretta di archiviare Berlusconi e per farlo spera in pentiti e pm''.

La cosa che più meraviglia Belpietro non è tanto quello che dice Fini ma a chi lo dice:cito da Libero:" E ne parla, per di più, con un magistrato, il procuratore capo della Repubblica di Pescara, Nicola Trifuoggi. Lo stesso, per intenderci, che nel 1984 bloccò insieme con due colleghi pretori, le reti private di Berlusconi appena nate(Come se avesse fatto un infanticidio n.d.a.). Lo stesso che decapitò, anni più tardi, la giunta regionale dell'Abruzzo arrestando il governatore Turco."

Quindi..questo Magistrato non è uno che c'è l'ha con Berlusconi ma uno che non guarda in faccia nessuno come è giusto che sia...benchè per i berluscones sembra sia il diavolo in persona,la rabbia dei galoppini viene espressa,non poteva mancare,anche da Gasparri che ad una domanda su l'importanza di arrivare alla verità sulle stragi di mafia risponde:"Questa verità già l'abbiamo, c'è stato un processo con delle condanne, ora non è che arriva Gaspare Spatuzza, un assassino che ha sciolto dei bambini nell'acido, e si rifà tutto da capo".

Su l'ex amico Fini,poi:Certe cose bisognerebbe evitare non solo di dirle, ma perfino di pensarle"

Per concludere con un pensiero sul suo attuale padrone: "Noi pensiamo sia vittima di una persecuzione, se Fini la pensa diversamente lo dica"Insomma la monotonia dei soliti discorsi

ribadita del resto anche dal "fido"Bondi,a Ballarò,:"il presidente del Consiglio non ha mai preteso di confondere il consenso di cui gode nel paese con un sorta di immunità. Se mai, dal 1992 ad oggi, è accaduto esattamente il contrario, e cioè che una minoranza di magistrati ha ritenuto possibile ribaltare il verdetto elettorale degli italiani". Che coraggio..!!!

E andiamo a lui,come ha reagito a questo "incidente"?:Le parole ufficiali:"Vado di corsa, perchè devo andare a casa, preparare le valigie per spostarmi a Panama.(era alla conferenza Italia-America Latina) Certo mi mancheranno la Repubblica, l'Unità e i Pm, ma cercherò di sopravvivere ugualmente. Quindi, caro Ricardo (il presidente panamense Ricardo Martinelli che aveva parlato prima di lui, ), preparami l'accoglienza". E ha aggiunto: "Poi in privato preparami altre attrattive che mi stanno molto a cuore". (il solito buffone).Di seguito la reazione reale: "Di fatto ormai è fuori dal Pdl, ci si è messo da solo". avrebbe tuonato,si racconta che abbia convocato a via dell'Umiltà i tre coordinatori del partito ,e i capigruppo, Cicchitto, Gasparri e Quagliariello. Non Italo Bocchino però, l'unico "finiano" rimasto nella compagnia. E in viva voce, collegato da Milano, abbia sfogato tutta la sua indignazione, dicendosi "disgustato" dalle parole del "co-fondatore" del Pdl: "Se ha dubbi morali su di me, si accomodi pure alla porta".

Intanto Fini Dopo aver incontrato Luca di Montezemolo alla cerimonia per Telethon alla Camera, lasciando la sala della Regina, ha sussurrato: "Non vedo tutto questo scandalo. Non capisco. Quelle sono le cose che dico sempre in pubblico e le ho ripetute anche in privato a Berlusconi". Infatti...!!

Però Berlusconi ha trovato "sconvolgente" ascoltare Fini mentre parlava di lui in modo così disinvolto,evidentemente la verità fa male, E quindi ora Fini dovrà,secondo lui,fare penitenza ma Gianfranco non ci sente da quest'orecchio....

Intanto da firenze :"Se noi abbiamo fatto una richiesta che ha dato adito ad un regime provvisorio di protezione per il collaboratore Gaspare Spatuzza, e che riteniamo attendibile, pensate che lo lasciamo appeso a questa condizione e non chiediamo un regime definitivo di protezione?". Così, parlando con i giornalisti, il procuratore della Repubblica di Firenze Giuseppe Quattrocchi ha confermato che nei prossimi giorni sarà chiesto un programma definitivo di protezione per Spatuzza. La notizia è comparsa stamani sul Corriere della Sera,e da una definitiva patente di attendibilità a Spatuzza.

Mala tempora ...currunt...per il nano....aloi calabrese

Si svegliasse almeno la sinistra...!!!!



Si svegliasse almeno la sinistra...!!!!


11/10/2009
Certe volte ,chiudo gli occhi e lascio scorrere le immagini della giornata...

Certe volte,spesso purtroppo,mi pare di non vivere nella realtà,mi pare di essere stato proiettato in un mondo di fantasia...dove tutto gira al contrario....dove i buoni ..sono i cattivi e viceversa...un mondo dominato da un nano cattivo..dove chi dovrebbe vegliare sulla nostra sicurezza ci uccide.......Dove drogati ,puttanieri ,puttane,pedofili,mafiosi, pregiudicati.....ci governano (pare sia titolo di merito avere la fedina penale "ricca" e se non c'è l'hai non puoi neanche aspirare a certe cariche). Accendiamo la tv e il Minzolini di turno ci fa la sua elucubrazione sulla giustezza che noi la si prenda nel culo ,perchè pare essere quello il nostro ruolo,oppure ci tocca ascoltare una testa di cazzo come giovanardi che ha imparato a cagare con la bocca,tante sono le merdate che gli escono da quella fogna che pretende di chiamare bocca,o sentire le farneticazioni di quella puttana della santanchè ,anche lei caga dalla bocca , due fulgici esempi di fanatismo cattolico che mi fanno sentire fortunato di non vivere al tempo della "santa inquisizione"se no chissà quanti saremmo al rogo,a bruciare tra le sacre fiamme della fede.

Nel frattempo il nano maledetto non ha altri pensiero che quello di sfuggire alla galera ,che è l'unico posto dove dovrebbe stare e visto che il tempo stringe si agita come un pesce all'amo,ha liberato tutti i suoi cani,eccone uno ad esempio : Fedele Confalonieri: "Le leggi ad personam? ,Silvio, Le fa per proteggersi. Se non fai la legge ad personam vai dentro".

Oppure un'altro:Giuliano Ferrara: "C'è un solo vero dilemma: della guida di questo Paese decide il popolo o decide l'ordine giudiziario?"dove berlusconi sarebbe il"popolo"o meglio chi lo rappresenta ,per la pretesa assurda e menzognera che essendo stato eletto dallo stesso avrebbe chissà quali diritti.

Ascoltiamo poi il tirapiedi numero uno,mavalà ghedini,che oltre a difendere l'utilizzatore finale,ora, si occupa pure di prendere le parti di altri degni compari mafiosi come questo cosentino colluso con i casalesi e difeso così :''Nicola Cosentino ha sempre svolto con passione ed onestà l'attività politica - dice l'avvocato del nano e presidente della Consulta del Pdl sulla giustizia - e le accuse mosse appaiono tanto più incredibili ed inconsistenti solo ad osservare che da moltissimo tempo sono annunciati, a mezzo stampa, indagini e provvedimenti nei suoi confronti, al solo evidente fine di screditarlo ed impedire una fisiologica ed ottima candidatura alla guida della regione Campania''. (Ottima candidatura quella di un colluso..!!!!)



Ghedini aggiunge che ''la richiesta di custodia cautelare nei suoi confronti appare davvero incredibile, poiché non è dato comprendere come possano sussistere nei suoi confronti le esigenze previste dal cpp, visti anche i numerosissimi e reiterati annunci in tal senso che si prospettano da mesi. Sicuramente sarà dimostrata l'estraneità e l'inconsistenza delle accuse mosse all'onorevole Cosentino ma, ancora una volta, le oggettive interferenze tra indagini e politica si appalesano in modo conclamato''.

Ora che dobbiamo vedere o sentire altro? Non è durato abbastanza questo incubo?...

Un lupi qualunque a ballarò definisce la giustizia strumentale,offende un magistrato come Ingroia,continua ,con la sua faccia .....di cazzo ad affermare che il nano ,suo padrone ,è perseguitato dalla magistratura "comunista"da quando è entrato in politica e ciò in perfetta malafede conoscendo perfettamente la lista delle malefatte del nano fin dagli anni 80,altro che 94,lui è entrato in politica proprio per sfuggire alla magistratura.

A questo punto vorrei svegliarmi....mi do gran pizzicotti ...ma niente ...mi accorgo,purtroppo di essere già sveglio e che questa è la triste realtà......Si svegliasse almeno la sinistra....!!!!

aloi calabrese

Quale sarà il prossimo reato da cancellare?

11/30/2009

Cosa pensa di cancellare dopo?...La corruzione dei minorenni?..Gli atti di libidine?...
Dopo aver aver tolto di mezzo il falso in bilancio..un po di altri reati fiscali...tarato il reato di corruzione..ora pensa di mettere mano al concorso esterno all'associazione mafiosa.
Tutto è stato preceduto ,in perfetto stile aziendale,da una campagna,che potremmo definire promozionale,dai "fogli" di famiglia che hanno "creato"la notizia per dare l'assist e quindi il modo di smentire ed attaccare con i soliti sproloqui : "Se c'è una persona che per indole, sensibilità, mentalità, formazione, cultura ed impegno politico, è lontanissima dalla mafia questa persona sono io. Se c'è un partito che in questi anni più si è distinto nel contrastare la criminalità organizzata, questo partito è stato Forza Italia ed oggi è Il popolo della Libertà. Se c'è un governo che più di tutti ha fatto della lotta alla mafia uno dei suoi obiettivi più netti e coerenti, questo è il mio governo".
Ecco cosa voleva dire ....e lo ha detto aggiungedo,poi: "dalla lettura dei quotidiani dei giorni precedenti ed anche di oggi(i suoi) appaia evidente ad ogni persona onesta e di buon senso che ci troviamo di fronte all'attacco più incredibile ed ignobile che mi sia stato rivolto nel corso di questi ultimi anni, da quando ho deciso di dedicarmi con tutte le mie forze al bene del mio Paese".
"Il mio governo - aggiunge ancora - sarà ricordato anche come il governo che la lanciato la sfida più determinata alla mafia nella storia della nostra Repubblica".
"Questo - prosegue - è il terreno civile e politico sul quale intendo anche contrastare la campagna di stampa del gruppo 'La Repubblica-Espresso' che chiamerò a rispondere, sul piano penale e civile, dei danni arrecati alla dignità della mia persona, della mia famiglia e dall'azienda Fininvest".

Poi fa parlare il "fido" Dell'Utri approfittando della trasmissione domenicale della Annunziata "in Mezz'ora",a proposito del concorso esterno in associazione mafiosa

del aqale lo stesso è imputato a Palermo:"Sicuramente si tratta di assolute falsità. Non mi aspetto nulla dalle procure. Mi aspetto che si acclari la verità"

Esordisce Dell'Utri "Come è ammissibile che dopo 15 anni uno si alza e dice:Dell'Utri,Berlusconi...".Riferendosi ai pentiti che lo chiamano in causa,ed è qui che introduce il tema della diversa regolamentazione del concorso esterno che "non è un reato" espressamente previsto dal codice.

Infatti,nel codice penale non esiste un articolo sul concorso esterno in associazione mafiosa.Ed ecco l'idea:parte della maggioranza pensa di mettercelo ma con paletti ben precisi. Tutto qui. Certo, poi bisogna vedere gli effetti sui processi in corso perché il nuovo reato, di certo più favorevole, si applica subito,"normare" ex novo il reato, ma con paletti tali da renderne l'applicazione difficilissima.
A tutto questo va sommato :il processo breve,il ritorno all'immunità parlamentare e un possibile altro lodo"?"....
Ecco perchè rimango sempre dell'avviso di sostituire in toto il codice penale con per esempio "Johnny Bassotto"che mi pare adeguato.....aloi calabrese